Intervento dell’avv. Bruno Giannico
Lo scorso 19 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato un piano denominato “Destinazione Italia”; un progetto per attirare gli investimenti esteri e favorire la competitività delle imprese italiane, con 50 diverse “misure”, che toccano un ampio spettro di settori, dal fisco al lavoro, dalla giustizia civile alla ricerca.- la misura 13 “Rafforzare il Tribunale delle Imprese”, prevede l’estensione delle competenze del Tribunale delle Imprese a tutte le controversie sulle transazioni commerciali; la concentrazione su Milano, Roma e Napoli di tutte le controversie rientranti nelle materie di competenza del Tribunale delle imprese che coinvolgono società con sede all’estero, anche se con rappresentanza stabile in Italia.-La misura 14 “Alleggerire i provvedimenti”, prevede ulteriori limiti all’appello e l’elevazione delle competenze del Giudice di Pace; introduzione della motivazione scritta a richiesta delle parti della sentenza di primo grado.Le misure contenute nel piano ‘Destinazione Italia’, in tema di giustizia , vanno ancora nella direzione degli “interventi asistematici ed improvvisati che in questi ultimi anni hanno solo ulteriormente peggiorato il funzionamento della giustizia civile”. L’avv. Bruno Giannico, Presidente della Camera Civile di Santa Maria Capua Vetere, riferisce che anche l’Unione Nazionale Camere Civili, ha bocciato in maniera netta il provvedimento che finisce per privilegiare, ancora una volta le grandi imprese ed (ora) in particolare gli ‘investitori esteri’, ai danni dei comuni cittadini e delle piccole imprese italiane, che pure, come noto, hanno da sempre costituito e tuttora costituiscono la spina dorsale produttiva del nostro Paese”. L’estensione delle competenze del Tribunale delle Imprese a tutte le controversie sulle transazioni commerciali, “lungi dal raggiungere lo scopo dichiarato di creare un canale efficiente di accesso alla giustizia per gli investitori”, andrebbe ad oberare ulteriormente gli uffici giudiziari di maggiori dimensioni, siti nei capoluoghi di regione, rischiando di creare, in molti casi, una definitiva paralisi degli stessi. Ancora più grave è il proposito di concentrare sui soli tre Fori di Milano, Roma e Napoli tutte le controversie rientranti nelle materie di competenza del Tribunale delle Imprese, che coinvolgano società con sede principale all’estero, anche se con rappresentanza stabile in Italia. Significherebbe negare a priori giustizia ai piccoli imprenditori ed ai semplici cittadini. E’ l’ulteriore “colpo di grazia” ad una giustizia civile ormai allo sbando, ribadisce l’Avv. Giannico. Sono sotto gli occhi di tutti i disagi, le disfunzioni ed il caos arrecato nel nostro foro dalla riforma forense con la soppressione delle sedi distaccate dei Tribunali. Anche le modalità con cui è stata attuata, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere è praticamente paralizzato.Le cancellerie dal primo settembre sono inaccessibili ed è possibile solo il deposito di atti urgenti o in scadenza, senza però avere la possibilità di accedere ai fascicoli per estrarre copia dei verbali o ritirare memorie di controparte per poter esercitare il diritto di replica.Gli avvocati, soprattutto i civilisti, sono messi in condizione di non poter svolgere il loro lavoro, con danni enormi per l’economia del Paese, ma prima ancora per la tutela dei diritti fondamentali dei loro rappresentati, modesti cittadini, piccoli artigiani e piccoli o medi imprenditori.E’ indispensabile una “forte e decisa presa di posizione non solo da parte dell’Avvocatura e dei suoi organi istituzionali, ma altresì della stessa Magistratura, che corre il rischio di non poter “dare giustizia” con la dovuta serenità, dei comuni cittadini, degli artigiani, dei piccoli e medi imprenditori, che verrebbero irrimediabilmente danneggiati nella tutela dei loro diritti”. Avv. Bruno Giannico