Anni felici
“Anni felici” è un film di Daniele Luchetti uscito nelle sale lo scorso 3 ottobre. E’ proprio Luchetti la voce narrante del film, la voce di Dario. E’ l’estate del 1974, l’anno del referendum sul divorzio. Guido (Kim Rossi Stuart) è un artista squattrinato che vuole essere riformista e controcorrente ma perde tempo a mescolare l’arte e le ideologie. La moglie Serena (Micaela Ramazzotti) “non ama l’arte ma è innamorata dell’artista” ed è gelosissima delle modelle che il marito utilizza per le sculture (e non solo). Hanno due figli: Dario (Samuel Garofalo) e Paolo (Niccolò Calvagna) di dieci e cinque anni, che assistono ripetutamente ai litigi dei genitori. Guido considera la famiglia come un ostacolo alla propria carriera e cerca di escluderla, Serena accetta poiché profondamente innamorata. Improvvisamente, però, la donna decide di partire per la Francia con un gruppo di femministe portando con sé i bambini e lasciando a casa Guido. E sarà proprio quest’ultimo, che aveva sempre chiesto la libertà all’interno della coppia, ad accettare a malincuore questa decisione ed ad avvertire la mancanza della moglie. Al ritorno, qualcosa in Serena cambia e Guido fa fatica ad accettarlo. Con un cast molto bravo, compresi i bambini, “Anni felici” può essere considerato il terzo film della trilogia di Luchetti dedicata al contesto familiare, aperta da “Mio fratello è figlio unico” e seguita da “La nostra vita”. In questo terzo film spicca il contrasto uomo-donna degli anni del femminismo e della legge sul divorzio. Micaela Ramazzotti l’ha definito “il film che tutte le donne dovrebbero vedere”. Sono infatti gli anni ‘70 ad aver aperto la riflessione sull’uguaglianza tra uomo e donna anche se, a mio modesto parere, da questa pellicola non emerge una forte anima femminista. Ma è da riconoscere una presa di coscienza del ruolo della donna già nel confronto tra Serena e sua madre, che quando la figlia le dice che sospetta che il marito la tradisca, risponde “Ma tanto tu gli hai dato due figli: vincerai sempre contro le altre! Anche tuo padre mi riempiva di corna!” Che dire? Per fortuna, oggi la mentalità è cambiata…forse!