Il Charles Dickens Museum

Chissà se Dickens, in “A Christmas Carol”, abbia fatto passare il burbero Scrooge e gli spiriti del Natale dalle parti di Daughty Street; di sicuro, nella realtà, vi troverete il museo a lui intitolato, si intende allo scrittore britannico, al civico 48 della via. Il Charles Dickens Museum, già Dickens House Museum, fu aperto nel 1925, salvato da un’ipoteca immobiliare che minacciava di demolirlo. È stato ubicato in quella che fu l’effettiva dimora di Dickens, tra il 1837 e il 1839, luogo più che significativo, giacché lo scrittore vi terminò la stesura de “Il Circolo Pickwick”, suo primo romanzo, e vi scrisse interamente “Oliver Twist” e “Nicholas Nickleby”. Situato nel distretto di Holborn, in questa residenza londinese Dickens e la moglie crebbero non solo i primi tre figli, ma videro nascere la quarta e la quinta figlia (ne sarebbero venuti al mondo altri cinque). Il Museum è un rendiconto vivace dell’attività letteraria dello scrittore, delle sue amicizie e dei propri interessi: villetta in autentico stile londinese, con facciata in mattoncini e infissi bianchi, con interni vittoriani, le sue stanze sono tutte perfettamente arredate come se mamma e papà Dickens fossero usciti con i piccoli per una passeggiata e tutto fosse già predisposto al ritorno per la cena, per accogliere amici e parenti nella “living room”. L’ingresso proietta nella dimensione immaginifica di “A Christmas Carol”, con l’ombra di un elegante spirito in abiti ottocenteschi che si staglia sulla parete di destra, lungo la scala che conduce al primo piano. Nel soggiorno, la famiglia dello scrittore riceverà gli amici, il pianoforte è già aperto ed uno spartito sistemato sul leggio, l’albero protegge i doni natalizi impacchettati, lo specchio splende alla luce delle lampade; sul tavolo da pranzo le stoviglie in azzurro smaltato sono disposte in ordine, le candele sono già accese. Le storie ereditate da Dickens battono nel cuore del visitatore, che le riscopre e le ripercorre, assieme alle atmosfere che lo scrittore seppe reinventare in senso contemporaneo, tra il mondo agiato della borghesia in auge e le vicende di chi iniziava ad essere, nel nuovo progresso, identico agli antichi invisibili, altrettanto solo e sofferente. Palese è che la dimora accolga i mobili originari, scritti autografi, dipinti, oggetti appartenuti al romanziere, ma più di tutto il ritratto che di Dickens eseguì il pittore Robert Buss, “Il sogno di Dickens” (1870), lo stesso Buss che realizzò la versione illustrata de “Il Circolo Pickwick”. In simili strutture insomma la letteratura, quella che appartiene anche al cuore dei lettori e non solo alle talvolta astruse tenzoni d’accademia, quella letteratura rivive, emoziona il pubblico con infinite repliche, riscalda il presente con fiocchi di passato ricchi di parole e di narrazioni. Resta certo che, la notte della vigilia di Natale, il signor Scrooge vi ripasserà, come fa ogni anno, spaventato e allibito dalla sua guida, dal fantasma di Marley e dagli spiriti del Natale di ieri, di oggi e di domani. Ed anche nella notte di quest’anno, non c’è dubbio che si deciderà ad essere un uomo diverso, rinnovato dall’alito caldo del Natale che soffierà sul suo animo rimasto gelido fino a questa misteriosa notte.

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