Lo sfogo di un animalista.
Un animalista bellonese ha fatto pervenire, alla nostra redazione, una lettera con la quale apporta il proprio sfogo verso la “malfamata branca dei cacciatori bracconieri”. “Questa branca è composta da persone inavvicinabili per cui viene preclusa qualsiasi possibilità di poter aprire un dialogo verso il rispetto delle leggi sulla caccia, loro pagano e devono uccidere, questa è la risposta che danno. La Guardie Zoofile, da sempre dedite all’antibracconaggio, riescono solo ad avere delle mortificazioni non essendo protetti neppure da coloro che sono preposti alla soluzione dei casi. Molte di queste persone, si legge nella lettera, non ancora hanno compreso la figura della Guardia Zoofile e dei suoi poteri, al contrario, cercano di eliminarla ricorrendo alla Prefettura e alla Questura. Spesso sono costretti a trascorrere il loro prezioso tempo tra le aule del Tribunale perché vengono denunciati, per abusivismo in materia, da chi si definisce “cacciatore”. Nessun Magistrato, fino ad oggi, li ha condannati per abuso di potere. Quindi, non solo si devono difendere dai bracconieri e da che li protegge, perché sono iscritti a certe associazioni di cacciatori dove la politica la fa da padrone, ma si devi proteggere anche dai franchi tiratori che esistono all’interno del nucleo. V’è qualcuno che, per pochi centesimi di euro, svaluterebbe la propria personalità. Altra cosa ripugnante si verifica quando è elevato un verbale di illecito amministrativo, le prime telefonate per farlo annullare ti giungono da presidenti di associazioni di cacciatori i quali sono quelli che dichiarano che il cacciatore è colui che dà equilibrio alla natura. Oggi, per poter cacciare, le associazioni e la stessa Amministrazione Provinciale, acquistano la selvaggina presso centri di riproduzione o allevamenti, la liberano e, il giorno successivo la sparano. I conti tornano! Hanno ridato equilibrio alla natura: niente c’era e niente c’è! La scorsa stagione venatoria, una riserva di caccia della nostra provincia, liberò le bestiolina alle ore 04,00 e poi, alle ore 05,10, ora in cui era consentito sparare, fuoco a volontà su quelle bestiole rimaste sul posto. Ecco coloro che danno “equilibrio alla natura”. Non è tutt’oro ciò che luccica, ma riflessi di ipocrisia innata in certi individui che si spacciano per cacciatori, amanti della natura. Coloro che amano davvero la natura non vanno più a caccia. Se si ha voglia di selvaggina, la si vada ad acquistare in macelleria, ha lo stesso sapore di quella sparata poiché, ambedue, provengono dagli allevamenti”.