Recensione alla silloge poetica “La Metamorfosi del Cuore”, di Antonella Pederiva
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Dopo avere finito di leggere a tarda notte la bella, interessante e profonda silloge: “La Metamorfosi del Cuore”, di Antonella Pederiva, di primo mattino mi appresto a mettere nero su bianco alcune considerazioni sull’opera della poetessa.
Comincio col dire, che come enunciato dal titolo, il nucleo centrale dell’intera raccolta di poesie riguarda proprio il concetto del cuore, coniugato nelle sue infinite sfaccettature nella vita degli esseri umani. Citerò alcune poesie per corroborare ciò che l’autrice ha inteso scrivere riguardante il nostro organo vitale, e ciò che io ho compreso leggendo l’opera. La prima poesia a cui rimando l’attenzione del lettore ha come titolo: Arrivederci al prossimo giro di giostra. La poesia non è suddivisa in strofe, non rima, ma delucida il pensiero che l’autrice ha della vita. In questo caso la trascriverò per intero, negli altri casi accennerò solo al concetto centrale contenuto in una strofa senza trascriverla tutta, per non togliere al lettore la curiosità di scoprire autonomamente e di ricavare le sue intime impressioni nell’affrontarne la lettura. Questo è il testo: Che cos’è in fondo la vita? Le occasioni perse, gli incontri che non abbiamo fatto, la felicità che ci ha sfiorato, i talenti che non abbiamo sviluppato, i rimpianti che abbiamo lasciato, le parole che non abbiamo detto, le carezze che non abbiamo ricevuto, i baci che non abbiamo dato, questa sensazione di incompletezza che sentiamo dentro, ciò che avevamo potuto essere e non siamo stati. Fine corsa si avvicina. Andrà forse meglio al prossimo giro di giostra. Non mi dilungo nell’analizzare compiutamente i concetti espressi, sono facilmente comprensibili da qualsiasi lettore. Mi preme soffermarmi su un’altra poesia dal titolo in latino: ”Ex nihil nihil fit”, che vuol dire: Dal nulla non nasce nulla. Il componimento è formato da quattro sestine e due distici finali, con la traduzione in italiano del titolo nell’ultimo verso. Trascrivo a beneficio del lettore solo la prima sestina:
Sospesi
in questa terra
inverosimilmente vivi
echi lontani di essenze
semi gettati e mai persi
rimasugli di lineamenti
La poesia è un’amara riflessione sulla caducità, fatuità e nullità della vita degli esseri umani. È un’acuta constatazione di quando piccola e insignificante sia la vita dell’Uomo a confronto con l’immensità dell’Universo. Seguendo il filone della malinconia e dell’incapacità dell’essere umano delineata dall’autrice di comprendere la vera essenza della natura umana cito la poesia dal titolo: “Come può un poeta tacere?” Siccome è molto breve la trascrivo per intero a beneficio di chi vorrà comprendere l’impegno della poetessa, la quale mira a scuotere le coscienze di quanti sono colpiti dall’insensatezza degli uomini nel compiere azioni che ripugnano gli animi più sensibili, cioè, proprio i poeti e le poetesse che fungono da antenne rivelatrici nel suscitare in tutti e in ognuno il sentimento della pietà umana.
“Come può un poeta tacere? Le vicende del mondo sono spine, le sofferenze del mondo, sono lance puntate al cuore. Come può un poeta tacere? Il suo corpo è il corpo del dolore, le ingiustizie, tormento, le sue parole, sassi a colpire le coscienze”.
Rimando a un’attenta lettura tutti i lettori che affronteranno la silloge alla poesia che dà il titolo all’intera opera: ”La Metamorfosi del Cuore”, ciò per comprendere cosa ha voluto comunicare l’autrice con questa meritoria opera poetica. Ci sarebbero altre poesie che meriterebbero di essere analizzate più approfonditamente, però mi dilungherei troppo con il rischio di annoiare il lettore e di superare lo spazio consentito per una recensione all’interno della testata con la quale collaboro. Mi limiterò ad annoverare i titoli delle poesie che mi hanno indotto a una riflessione più profonda. Le elenco partendo da quella che ha come titolo: “Sull’uscio sospesa”; continuo con quelle dal titolo: “Senza età” e “Dentro al tuo sorriso”. La raccolta termina con alcuni aforismi che trovo molto interessanti e istruttivi che consiglio di leggere con attenzione, cito solo il primo per brevità: “Ai ricordi piace giocare a nascondino. Si nascondono così bene che non li trovi più. Poi, quando non li vai più a cercare, escono allo scoperto…. e ti fregano”. Cosa dire di più se non che ho trovato la lettura di queste poesie illuminanti sul modo di pensare, di gioire e di esaminare le vicende umane con profonda sensibilità da parte della poetessa. Ecco, chi ama osservare e riflettere su cosa vuol dire vedere le cose del mondo con il cuore in mano, non può non leggere la silloge di questa appassionata e sensibile poetessa. Aspetto di leggere con vero piacere le sue prossime opere.
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