La Marca attacca l’amministrazione sulla TARES
“Gli avvenimenti delle ultime settimane dovrebbero essere oggetto di profonda riflessione da parte di tutti i cittadini sannicolesi e soprattutto da parte delle forze politiche territoriali che hanno i loro rappresentanti nell’amministrazione comunale a prescindere dai ruoli ricoperti in giunta o in consiglio come maggioranza ed anche come opposizione”. È quanto ha dichiarato Gaetano La Marca, portavoce del Comitato San Nicola Città Partecipata che ha concluso due anni di vita. “Penoso” – lo definisce La Marca – “è lo spettacolo della “revoca” di due delibere comunali sugli aumenti IRPEF ed IMU “per vizi formali” (sono state approvate tre giorni oltre il limite stabilito dalle leggi vigenti – il rilievo è del Ministero dell’Economia e delle Finanze; nessuno se ne era accorto). Quindi non è una svista, ma è la riprova della superficialità dell’attuale amministrazione nel gestire le sorti del paese. Anche la delibera che approva il tributo per la TARES (tassa sui rifiuti urbani per il 2013)” – ha aggiunto – “avrebbe meritato una revoca per tardiva approvazione, ma l’Amministrazione ha rivendicato un contestabile cavillo che renderebbe, secondo loro, compatibile con le scadenze di legge, tale approvazione. La vera contestazione, carte alla mano, che noi Comitato cittadino muoviamo” – secondo quanto affermato dal Portavoce La Marca – “è che la spesa pubblica comunale cresce a dismisura ed a ritmi vertiginosi, mentre i servizi tendono solo a peggiorare. Il caso più eclatante è quello della TARES, un tributo che deve coprire al 100% i costi di gestione dei rifiuti urbani. Ebbene, questi costi negli ultimi tre anni sono aumentati del 25% circa ogni anno contro una resa del servizio sempre più approssimativa. Nel 2011 il Comune di San Nicola ha prodotto più di 13.000 tonnellate di rifiuti ed ha conquistato il primo posto tra i 104 comuni della provincia di Caserta, con una produzione di 600 kg di rifiuti pro capite all’anno (dato ricavato dalle tabelle dell’Osservatorio Regionale sui Rifiuti gestito dalla regione Campania; anche un bambino di un anno ha prodotto i suoi bravi 600 chili di rifiuti). Nessun altro comune della provincia ha avuto una produzione così fiorente! Sembrerebbe che il popolo sannicolese, nel 2011, si sia comportato da sprecone gettando di tutto nella spazzatura: le uova, il formaggio, gli abiti ed ogni altra cosa senza neanche consumarli! Oppure, c’è qualcosa che non va nei conti? Infatti, l’anno successivo, nel 2012, il popolo sannicolese è diventato improvvisamente più virtuoso. Ha ridotto i suoi rifiuti del 25% ed è rientrato nella media provinciale, producendo meno di 10 mila tonnellate. A fronte di questa diminuzione” – sottolinea La Marca – “non si è registrata alcuna riduzione di spesa che invece è lievitata ancora del 25% circa. Nel 2013 – non sono stati ancora pubblicati i dati sui rifiuti conferiti dal comune – sappiamo per certo, però, che la spesa per la gestione dei rifiuti è aumentata di un altro 25%, arrivando alla cifra “record” di 4 milioni e 297 mila euro! È un salasso continuo, con aumenti inaccettabili sui quali vorremmo vederci chiaro! Ad esempio, il comune di Caserta, pur avendo in atto un procedimento di dissesto finanziario, ha aumentato il tributo per i rifiuti dal 2012 al 2013 soltanto del 5%, mentre a San Marco Evangelista l’aumento è stato del 7%. A San Marco un appartamento di 100 metri quadri per un nucleo di tre persone paga poco più di 280 euro all’anno come tributo per la gestione dei rifiuti, contro i 518 euro che paga un cittadino di San Nicola nella stesse condizioni. Ci sarà un motivo per differenze così elevate? È possibile” – è il “j’accuse” di La Marca – “che bisogna accettare come oro colato tutto quello che il Comune ci passa senza aver diritto neppure ad una spiegazione ? Chi vorrà darcela? Questa classe politica nostrana certamente non paga e pone in rilievo quanto sia difficile oggi ricoprire un compito di responsabilità specialmente da parte di persone, forse, non preparate allo scopo. Ma allora, perché candidarsi e farsi eleggere se non si ha la convinzione di poter migliorare le cose? Forse non è questo lo scopo per cui ci si presenta alle elezioni. Ma questa è un’altra storia”.