Il governo Renzi lancia la sfida della riforma del titolo V

Queste ultime settimane sono state di vitale importanza per il governo Renzi, infatti il 31 marzo il Cdm ha varato il ddl costituzionale di riforma del titolo V della Costituzione ed il 3 aprile il Parlamento ha approvato la legge sull’istituzione delle città metropolitane e sul riordino delle province. Questa legge costituisce un atto prodromico a quella che sarà un vera e propria rivoluzione del complesso istituzionale dello Stato, l’abolizione del Senato e delle Province. Il governo ha intenzione di portare a compimento questa riforma entro le elezioni dell’europarlamento di questa primavera.
Ma come cambierà con la riforma del titolo V? Innanzitutto il Senato della Repubblica sarà sostituito dal Senato delle Autonomie, la cui funzione sarà quella di concorrere al potere legislativo, di verificare l’attuazione delle leggi dello Stato e di anello di raccordo tra quest’ultimo, le Regioni, le Città metropolitane e i Comuni. Il nuovo Senato sarà composto dai Presidenti delle Giunte regionali, dai Presidenti delle province autonome, dai Sindaci dei Comuni capoluogo di Regione e di Provincia autonoma, da due membri eletti all’interno di ciascuna Regione, da due Sindaci eletti da un collegio elettorale costituito dai Sindaci della Regione, nonché, essendo prevista la soppressione della norma riferita ai Senatori a vita, da ventuno cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, artistico, scientifico e letterario. Da rilevare, inoltre, che ciascun membro non riceverà alcun tipo di indennità (prevista solo per i Deputati della Camera). Quanto alla funzione legislativa il Senato delle Autonomie sarà esercitata solo in relazione alle leggi di revisione costituzionale e alle altre leggi costituzionali, mentre, negli altri casi, disporrà solo di un potere di verifica e di controllo.
Nel nuovo assetto istituzionale saranno introdotte anche ulteriori novità, infatti, qualora il Governo lo ritenga necessario può chiedere che un ddl venga iscritto con priorità all’ordine del giorno e discusso e votato entro sessanta giorni. Inoltre, sarà soppresso il CNEL che attualmente detiene il potere di iniziativa legislativa e formula proposte inerenti le politiche economiche e sociali. Ancora, saranno abolite (definitivamente) Province e potestà legislativa concorrente tra Stato e Regioni, avendo il ddl ripartito meglio le materie di legiferazione tra i due enti territoriali.
l’Italia, dunque, è ad un bivio cruciale. Il Ministro Boschi è pienamente convinto della validità di questa riforma infatti ha dichiarato che “il bicameralismo perfetto non funziona più” e in relazione all’iter legislativo del ddl ha avvertito che” qualora Fi si sfilasse dagli accordi istituzionali, la maggioranza è pronta a votare il provvedimento con gli altri alleati”. Ora c’è solo da attendere e da verificare se questo nuovo governo sia effettivamente pronto a sfatate il tabù di tutti i governi dell’ultimo ventennio italiano: la riforma del titolo V della Costituzione.

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