Il Napoli fa i conti con la sindrome di “Dr. Jekyll e Mr. Hyde”

Undici leoni che scendono e lottano in campo spinti da un S. Paolo rovente. Con questa breve e precisa affermazione si può descrivere lo stupendo match disputato dai ragazzi di Benitez contro la storica rivale torinese. Passa una settimana e quella tenace compagine diventa l’esercito romano della battaglia di Canne. Una vera e propria disfatta. Una squadra svogliata più volte vicina al gol ma carente di quel minimo di cinismo in grado di farti ambire a trofei e competizioni varie.
Il Napoli visto a Parma è la brutta copia di quello della sfida precedente. Sarà un caso? Qualsiasi tifoso partenopeo vorrebbe rispondere “si”, ma in realtà è un atteggiamento che più volte si è visto in questa stagione. La squadra ha alternato momenti di calcio bello ed intenso ad altri rinunciatari e superficiali. Sembra ieri quando nel capoluogo campano con l’avvento di “Don Rafè” si respirava un’aria di trionfi (immediati), vista anche l’esosa campagna acquisti condotta dal patron De Laurentiis. Tuttavia tracciando un provvisorio bilancio di questa stagione bisogna fare altri tipi di considerazioni. Complice la sfortuna, a fronte dei 12 punti conquistati in Champions League, il Napoli è uscito dalla competizione nella fase a gruppi. Il cammino in Europa League non è stato più soddisfacente, dopo 70 minuti di dominio azzurro, i lusitani del Porto sono riusciti a stravolgere l’esito della partita. Allora rimarrà come ultima spiaggia il campionato? Anche in questo caso il tifoso sarà tentato dal “si” però recuperare 20 punti rispetto alla capolista, negli ultimi sei incontri da disputare, è impresa aritmeticamente impossibile. Cosa ha maturato, allora, questo Napoli rispetto al passato? C’è da dire che obiettivamente i partenopei sono migliorati nel possesso palla e nella costruzione del gioco (fasi del calcio a volte ostili a Mazzarri) ma i trofei li vince chi riesce a fare un gol in più, Mourinho docet.
Tra i tifosi napoletani l’umore non è dei migliori e, a dirla tutta, visto il momento di tensione che, nei pressi del Tardini, ha visto protagonisti il presidente De Laurentiis ed un supporter azzurro, nemmeno il numero uno del Napoli sembra essere così tanto disteso. Nel frattempo Benitez non nasconde l’amarezza però si dice ottimista e giura che la squadra l’anno prossimo sarà ancora più compatta e competitiva anche perché confida nel mercato estivo. E qui si tocca un'altra nota dolente, il monte ingaggi. Si sa, argomento poco gradito al “divo hollywoodiano” del Napoli.

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