Intervista ad Enrico Montesano

Le origini di un grande ed intenso percorso artistico, alcuni dei suoi aspetti più significativi, i progetti futuri, e l'attenzione riguardo il sociale, sono i temi dominanti di questo dialogo con il celebre interprete romano Enrico Montesano, nel corso di un'intervista gentilmente concessa. L'attore, tuttora in fervida attività, è da diversi decenni tra i più apprezzati interpreti italiani di cinema, teatro, radio e televisione. Tra i numerosi film interpretati, alcuni dei più noti e memorabili sono: "Il ladrone" del 1980, di Pasquale Festa Campanile, accanto ad Edvige Fenech (tratto da un libro dello stesso regista, sulla toccante vicenda del buon ladrone evangelico, che accolse il messaggio di Cristo, dopo una vita di espedienti ed un iniziale scetticismo: interpretazione che valse a Montesano uno dei “David di Donatello” conseguiti durante la sua carriera); "Il Conte Tacchia", del 1982, di Sergio Corbucci (accanto a Vittorio Gassman); "Febbre da Cavallo", di Steno, del 1979, accanto a  Gigi Proietti; "I due carabinieri", del 1985, di e con Carlo Verdone; "I Picari", di Mario Monicelli, del 1987, "Sing Sing", di Sergio Corbucci, del 1983, accanto ad  Adriano Celentano… e numerosi altre opere cinematografiche. Enrico Montesano, tra le altre attività, è stato pure seguito conduttore del varietà "Fantastico", negli anni1988-1989, regista (conseguendo anche il premio “Nastro d’Argento”), oltre che cantante. Particolarmente interessante rimane anche l'analisi, precisa e sentita, riguardo l'attuale situazione politico-sociale: l'artista, infatti, già consigliere comunale per il PDS a Roma, nel 1993-1995, poi eurodeputato del 1994-1996, nel Gruppo Socialista Europeo, è tuttora attento e sensibile rispetto alle questioni sociali…
Ricciardi: "Durante la sua carriera artistica, lei ha dato vita ad atmosfere e personaggi evocativi, di grande validità, che spaziano in una vasta gamma di sfumature, dal comico al drammatico, come del resto si verifica nella vita, dove le situazioni "agrodolci" si ritrovano frequentemente… Può, così, farci sapere a quali dei personaggi che ha interpretato si senta più legato, e per quali ragioni? Naturalmente, poichè il suo intenso percorso sarebbe lungo da ripercorrere, anche solo alcuni esempi, trai diversi possibili, potrebbero dare un'idea…"
Montesano: "E' una domanda complessa: non è facile rispondere così brevemente. I personaggi che ho interpretato  nascono alla radio, e vi sono tuttora legato, nella trasmissione “Gran Varietà”, per la regia di Federico Sanguini, che andava in onda la domenica mattina. Torquato il pensionato, la romantica donna inglese, e Dudù e Cocò, i due Gagà", i cosiddetti "soprannobili". Sono anche particolarmente legato al personaggio Di che vor di? o Felice allegria che mi ha dato la notorietà in televisione, nel '68-'69, nella trasmissione Che domenica amici. Era il tempo della RAI in bianco e nero, e di un solo canale: Raiuno.e si facevano ascolti superiori ai 10 milioni: roba pazzesca”.
Ricciardi: "Un personaggi simbolo, anche di un luogo…"
Montesano: "E’ un archetipo, “Che vor di'?". direbbe appunto Felice Allegria.insomma è un tipo che rappresenta lo sprovveduto, il finto tonto, usa un linguaggio aulico, frasi roboanti, un po' storpiate. Raccontava avventure che finivano sempre male, per cui il suo tormentone era: “’na apocalisse!”  Invece, i "soprannobili" sono un po' una derivazione del Gagà napoletano: io conobbi un personaggio che era il principe di Capri, che parlava con la "erre" moscia, come faceva Totò certe caratterizzazioni".
Ricciardi: "Il grande Totò…”
Montesano:  "Il barone Dudù Cavacecere si divertiva alla battute del marchese Cocò di Caprarello.e concludeva dicendo: "Quanto è carina questa, quant’è carina….". La romantica donna inglese, l'archetipo della turista inglese, che gira con quella sovra-scarpe di plastica trasparenti, e trova tutto molto pittoresco anche i nostri difetti e il malfunzionamento dei nostri servizi dalla nostra burocrazia! Così scatta la satira si denunciano le storture, le inadeguatezze, con la scusa che lei trova il tutto molto pittoresco. Per fare un esempio La romantica chiede: “Cos'è questa polverina nera nella pastasciutta? Pepe?" "No, signora” le risponde il suo accompagnatore, Salvatore, (detto "bello Salvatore, che piace a tutte l'ore…), “Polveri sottili".
Ricciardi: "Quindi, attraverso il comico, un messaggio serio."
Montesano: "Delle serie televisive ricordo con piacere "Quantunque io”: una trasmissione che fu anche premiata al Festival Internazionale della Satira di Montreux. Era una trasmissione tutta fatta di gags visive.” Ricciardi: "C'è qualche particolare progetto nel quale si sta impegnando, e sul quale sente di esprimere delle riflessioni da condividere con i lettori?”
Montesano: "Un progetto che mi piacerebbe realizzare è una storia tutti con i miei personaggi utilizzati  per fare un ritratto della società di oggi…".
Ricciardi: "Il suo impegno si è espresso anche nel sociale, pure attraverso lo spettacolo, appunto, ma non solo, perchè si è sviluppato anche attraverso la sua attività politica, orientata a sinistra, che l'ha portata anche ad essere eletto al Parlamento Europeo, sempre portando avanti ideali connessi alla giustizia sociale e per una società che possa essere maggiormente comunitaria e solidale; il suo anticonformismo l'ha portata pure a criticare una sinistra non sufficientemente legata ai temi della giustizia e dei diritti sociali (stile quella di Tony Blair), spesso non meno preoccupante di certe destre. Inoltre, lei ha mostrato attenzione e sensibilità anche riguardo la situazione attuale. In linea di massima, sente di esprimere qualche considerazione sulle problematiche economico-sociali attuali, e su possibili vie per un rinnovamento positivo possibile?”
Montesano: "Sì, a me ha rovinato Mani Pulite, mi ha rovinato Di Pietro! [Detto con ironia, ridendo] perchè io stavo tanto bene a fare l'attore, ma  nel 1992 c'era un clima molto particolare, una grande partecipazione emotiva. A teatro avevo delle reazioni veementi, quasi isteriche, grandi risate, grandi reazioni del pubblico, tanto che mi sentii spinto quasi giustificato, mi consenta, a “scendere in campo!”
Ricciardi: "Pure è una cosa bella, coraggiosa, mettersi in gioco".
Montesano: "Eh, sì, è così, sono stato per un anno consigliere comunale, e poi, per due anni, al Parlamento Europeo, da cui poi mi sono dimesso prima, senza maturare i due anni e mezzo necessari per prendere la pensione: quindi, in pratica, rifiutandola scientemente".
Ricciardi: "Sì, certo: sempre in linea con il suo portare avanti i suoi ideali, anche con i fatti".
Montesano: "Sa com’è! Non volevo, e non gravo, sulle casse dello Stato".
Ricciardi: "Beh, le fa onore, la coerenza".
Montesano: "Vede, attore è colui che agisce, quando mi resi conto che stare al Parlamento, si agiva poco, al di là della richiesta dell'alzata di mano per votare, mi sono dimesso e mi sono allontanato dalla politica anche perchè ho capito che si può fare politica, anche di più facendo teatro".
Ricciardi: "Sì forse in un modo, anche, più libero"
Montesano: "Volendo…
Ricciardi: "Che impressione ha della situazione sociale attuale”? Montesano: "Il nostro Paese, in questo momento ha bisogno di una rivoluzione culturale…"
Ricciardi: "In che senso?"
Montesano: "Nel senso che certi valori vanno rivalutati, la persona onesta, l'oscuro lavoratore, chi non si imbosca chi paga le tasse, che fa il proprio dovere, chi non ruba, ecc. ecc. ecc”
Ricciardi: "Cosa non scontata….".
Montesano: "I cosiddetti fessi, quelli che tirano avanti l'Italia vanno messi in cima alla scala dei valori!"
Ricciardi: "E poi, con la crisi, si avverte anche di più, ciò…"
Montesano: "Sì! E intanto, bisognerebbe dimezzare delle spese. Proprio prima leggevo su un sito, credo del Movimento Cinque Stelle, che ci sono delle figure amministrative, al Quirinale, al Parlamento: dei funzionari, che prendono 400.000 euro l'anno…".
Ricciardi: "Quindi figuriamoci che cosa ne possa pensare la persona comune".
Montesano: "Oscuri ed ignoti funzionari ai quali sarà assai difficile ridurre gli emolumenti. Trovo che ciò sia un’ingiustizia. E poi abbiamo la piaga della corruzione, l'ha detto anche il presidente della Corte dei Conti. Noi sprechiamo danaro per operazioni poco chiare spese inutili, opere inutili. Striscia la Notizia, tutte le sere, ci fa vedere cattedrali nel deserto, che vanno in disfacimento: mai utilizzate. Miliardi spesi, e poi non ci sono i soldi per l'istruzione, la ricerca o, mi si consenta, visto che sono nel settore, per la cultura, il teatro".
Ricciardi: "In un certo senso, è un'offesa anche morale, per chi operi nell'istruzione".
Montesano: "Un Paese come l'Italia: il Paese del Rinascimento, il Paese dei grandi musicisti, il Paese del melodramma, il Paese che ha più siti archeologici, al mondo, dovrebbe avere come primo obiettivo la cultura e la salvaguardia del suo territorio. E invece, questo è un Paese che frana non solo metaforicamente: a Roma, per delle piogge più forti del solito, ci sono stati due smottamenti, e le strade sono ancora chiuse. Noi dovremmo vivere di cultura: la cultura può dar lavoro. Io sono stato contrario, ad esempio, ai finanziamenti a pioggia, e sono stato criticato ma non sono stato capito, Io proponevo una diminuzione degli oneri sociali: degli oneri, delle tasse quindi aiutare in questo modo tutti senza favoritismi! A buon intenditor, come si dice… No? Sappiamo com'è fatto il nostro paese, gli amici degli amici degli amici arraffano tutto”!
Ricciardi: Quello che sta dicendo è molto chiaro, anche molto concreto…"
Montesano: "Auguro al nuovo presidente del Consiglio (pure se sono un po' scettico) di riuscire nella rottamazione di questo costume nazionale. Sursum corda… Che vordi? Direbbe Felice Allegria.Vuol dire avanti… coraggio. Ne dobbiamo avere. ne va del nostro futuro! Ad majora!
Aridajeee co ‘sto latinorum..!!!"

Introduzione e domande di Antonella Ricciardi
 
 

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