Insegnanti di ieri e di oggi

L’ultimo caso di violenza ai danni di un bambino, verificatosi in una scuola di Roma ad opera di un insegnante capuano M. R. di 43 anni, ci ha spinti a conoscere l’opinione di Michele C. un insegnante in pensione al quale abbiamo chiesto di parlarci della scuola del suo tempo: “Ho insegnato nelle scuole elementari per ben 35 anni, ha esordito Michele, e posso dire che allora non si verificavano casi del genere, ma cose del tutto diverse. Ricordo i miei colleghi che non avevano voglia di far alcunché e, pur tuttavia, si lamentavano pretendendo aumenti di salario. Le colleghe davano un tema in classe e, nell’attesa che gli alunni finissero, passavano il tempo a conversare o pitturarsi le unghie. Altre, annoiate, insultavano i piccoli con parole sconce distribuendo schiaffi a destra e a sinistra. Bisognerebbe impedire che certa gente arrivasse a scuola solo per spiluccare il salario! Indimenticabile la rabbia e le parole di rabbia che una collega espresse nei miei riguardi, continua Michele, solo perché le feci notare di non buttare il torsolo di una mela lungo il corridoio dell’istituto. Altri sottraevano ai bambini merendine o fette di torta che poi azzannavano di nascosto! Altra vergogna quella di una insegnante che accampava scuse per non venire a scuola raccontando balle perfino ai bambini. A tutto ciò si aggiungono le continue lamentele per le “troppe ore di lavoro” (22 ore settimanali per nove mesi!). I dirigenti scolastici avevano le mani legate per cui non potevano ricorrere a soluzioni drastiche e gli insegnati facevano il loro comodo.  Ora mi domando, continua Michele, che cosa dovrebbe dire un operaio che lavora il doppio delle ore con uno stipendio più basso?  Concludendo possiamo affermare che nulla di nuovo c’è sotto questo cielo 

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