Assolto Umberto D’Angelo accusato di essere un falso cieco
Accusato di essere un falso invalido. Ma è davvero un cieco totale. E’ la storia di un “ordinario” equivoco giudiziario. Umberto D’Angelo classe 1954 di Caserta da oltre dieci anni a causa di una grave forma diabetica, perde la vista. Svariate Commissioni mediche gli avevano riconosciuto la “cecità totale”, tanto da poter beneficiare dell’accompagnamento. L’impossibilità di svolgere una vita come gli altri e l’insieme di tutti i gravi disagi immaginabili, vengono compensati almeno da tale beneficio economico, fino al momento in cui nell'estate 2012 su disposizione del Giudice per le indagini preliminari di S. Maria C. V., personale della Guardia di Finanza, giunge a notificargli il sequestro del conto corrente, bloccando dunque l’acquisizione del beneficio.
L’inchiesta era nata allorquando altra persona, che pur beneficiava dell’accompagnamento, era stata sorpresa alla guida di un’autovettura. Da lì prendeva le mosse l’allora Sostituto Procuratore della Repubblica di S. Maria C. V. Dr. Donato Ceglie, che disponeva una serie di verifiche “a tappeto”, conferendo incarico peritale ad un’equipe di medici legali. Il D’Angelo veniva visitato da medici incaricati dalla Procura nel corso del 2011, ma non avrebbe mai immaginato quale valutazione e quale esito avrebbe avuto siffatta verifica. Nell'estate del 2012 con l’esecuzione del sequestro preventivo, iniziava un “calvario giudiziario” per il D’Angelo, assistito dagli Avvocati Fabio Candalino e Mauro D’Angelo di Caserta. Secondo i legali alla base delle traversie giudiziarie vi è stata una non esatta valutazione dei consulenti della Procura e una non condivisibile interpretazione ulteriore relativa alla conclusione peritale, stavolta della stessa Autorità giudiziaria. L’imputato affidava apposito incarico ad uno specialista del settore dell’oculistica e medicina legale, il dottor Francesco Russo di Napoli e altresì predisposto un insieme di attività, depositando poi il fascicolo di indagini difensive presso la Segreteria del PM. A seguito di tali attività il Pubblico Ministero a cui nel frattempo era stato assegnato il caso, la Dottoressa Patrizia Dongiacomo, disponeva il dissequestro del conto corrente del sig. Umberto D’Angelo. All’udienza preliminare i difensori optavano per il rito abbreviato, condizionandolo all’esame del consulte prescelto. Finalmente dunque, dopo l’udienza del 26 settembre scorso, il Giudice dell’udienza preliminare di Santa Maria Capua Vetere Federica Villano assolveva il D’Angelo con la più ampia formula: perché il fatto non sussiste.