l medico del 118 torna a lavorare nel suo distretto

Mariano Pontecorvo, il dissidente medico del 118-protagonista di una energica protesta, messa in atto nei giorni scorsi, è tornato al lavoro nel Distretto 32 di Caiazzo. Manifestazione di protesta iniziata il 31 ottobre scorso, per dire no al contestato trasferimento dal Distretto Sanitario di Caiazzo, a quello di Maddaloni. Incatenatosi- aveva cominciato contemporaneamente lo sciopero della fame -durato cinque giorni. Azione clamorosa, eclatante- che evidentemente ha colpito nel segno-costringendo i vertici dell’Asl Ce 1- a rivedere la decisione-che con una sorta di effetto domino a “salvato”- più di un medico del 118, rimasto nella propria sede. Da qualche giorno il gladiatore Pontecorvo è tornato nella sua “arena”- tra i suoi pazienti, di cui conosce domicilio e patologie:  particolari determinanti- al fine di guadagnare minuti preziosi per raggiungere chi ha bisogno di soccorso-emergenze spesse volte risolte sul posto, quando il quadro sanitario è noto e ben delineato- che aiutano a non ingolfare il pronto soccorso dei nosocomi casertani. Sarebbero bastate queste considerazioni- per evitare rotazioni, quindi trasferimenti “incomprensibili”! “Ringrazio tutti i colleghi per la solidarietà mostrata-sottolinea Pontecorvo in particolare Giovanna Rolli, Cesare Cuscianna, Carolina Pepe, Gabriele Boccia. Ringrazio inoltre, il direttore del Distretto 32 di Caiazzo, dottor Armando Giuliani, e l’arma dei carabinieri. Mi sono stati tutti vicin, mostrando grande sensibilità”. Non mancano all’appello(per quanto riguarda i ringraziamenti) i vertici dell’Asl, Testa e Colaccio- corsi ai ripari, appena hanno saputo del caso, nato per un provvedimento intrapreso da altri dirigenti sanitari- che “non devono trattarci come burattini o pacchi postali, rispettando i medici del 118, consentendo loro di lavorare serenamente-e non trattandoli come acerrimi nemici”- le parole conclusive di Pontecorvo-che non “metabolizza” la graduatoria- che non tiene conto dell’anzianità di servizio e dell’età del medico. Ci vuole ancora un atto di forza per ottenere chiarezza?

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