Ricordando lo scienziato Scialdone
In piazza Riccardo II, considerata il salotto di Vitulazio, si parla di tutto: politica, religione, musica, storia e….spedizioni spaziali di cui è stato artefice, insieme ad altri scienziati, un vitulatino: lo scienziato Gian Giuseppe Scialdone emigrato in USA appena dopo il II conflitto mondiale e colà deceduto il 27 ottobre del 2003. Durante una visita ai familiari, lo scienziato dimostrò, a coloro i quali dubitavano che gli americani hanno raggiunto la luna, che la loro convinzione era errata. Inoltre lo scienziato affermava di aver conosciuto personalmente due astronauti: Armstrong e Aldrin. Ma gli scettici, presenti al dialogo, continuavano ad affermare che l’allunaggio non è altro che un falso. E lo scienziato Scialdone aggiunse: “Al progetto Apollo collaborarono 50.000 persone che non potevano essere tutte d’accordo nell’imbroglio. Sulla luna si sono verificati altri cinque sbarchi, più la missione Apollo 13. Che senso aveva, continuava lo scienziato, allestire altri sbarchi con il rischio di essere, un giorno, smentiti? La prova dell’autenticità dell’impresa lunare è stata data dalla sconfitta inflitta all’Unione Sovietica che decise di sospendere le spedizioni. Se i sovietici avessero avuto la prova di una truffa, sarebbe stata per loro una vittoria eclatante. Sono molti coloro che, per incompetenza, credono alle fandonie che altri raccontano solo per sminuire l’operato di coloro che, per lunghi tempo, hanno lavorato per raggiungere il nostro satellite. Gli anni che ho trascorso a Cape Canaveral, Cape Kennedy, al Goddard Space Flight Center (Centro Voli Spaziali Goddard) e al Marshall Space Flight Center ( Centro Voli Spaziali Marshall ), affermava lo scienziato vitulatino, non sono anni trascorsi inutilmente, ma ad operare per far sì che l’uomo coronasse un sogno: raggiungere la Luna. Posso dire, con un pizzico di orgoglio, di essere stato tra coloro che hanno realizzato due spedizioni: L’Apollo 11 e Saturno e, se gli astronauti hanno potuto toccare il suolo lunare, è anche merito mio, un vostro concittadino “. Concludeva lo scienziato del quale oggi un marmo, fissato sulla parete della casa nativa, ricorda le imprese. Inoltre nell’Enciclopedia Americana degli Uomini di Scienza è riportata la meravigliosa carriera dello scienziato: un italiano, un vitulatino, che ha onorato il suo paese nativo e L’Italia.