Barconi affondati e decenza annegata

Tante le parole spese negli ultimi giorni sulla tragedia nel canale di Sicilia, forse troppe: parole di rabbia, di dolore, di scandalo, di propaganda elettorale, di incredulità, ma c’è anche chi ha preferito la strada del silenzio di fronte all’ennesima disgrazia. L’indifferenza di chi preferisce voltarsi dall’altra parte pur di non assistere, ma per incapacità di sopportazione o per impossibilità di provare sentimenti umani? Speculazioni, parole, tweet inutili quanto dannosi sul massacro di anime vaganti nel buio Acheronte moderno: il Mediterraneo. Convinzioni che regalano la fotografia di un’Italia povera di spirito, che prova sollievo dalla decimazione dei migranti in arrivo sulle nostre sponde. Siamo davvero arrivati a questo livello di incoscienza? Definizione di “clandestino” dal corriere.it: “Che ha carattere di segretezza in quanto difforme dalla legge o dalle norme sociali e quindi perseguibile giudizialmente o condannabile moralmente”. Difforme dalle norme sociali e quindi condannabile moralmente. Come le opinioni disumane di tanti scellerati che però, ahinoi, decidono di rendere pubblici i propri pensieri efferati. E l’ultimo biscotto lasciato dall’avara classe politica, conteso tra popolo e immigrati, non può giustificare tanta crudeltà d’animo. Non può.

Condividi questo articolo qui:
Stampa questo post Stampa questo post