La chiesa di San Silvestro Papa – Visciano di Calvi Risorta

Lorenzo Izzo ha pubblicato il 18 dicembre u.s. il volume “La chiesa di San Silvestro Papa. Visciano -Calvi Risorta”. Don Michele Chianese, parroco della parrocchia di San Silvestro Papa, nella prefazione scrive che l’autore nella stesura del testo è stato animato “dal desiderio di conoscere la verità, che supera i pregiudizi, la distorsione degli accadimenti che il trascorrere del tempo comporta, le deformazioni che il <<tramandare>> inevitabilmente apporta”. L’autore nell’introduzione afferma che “anticamente vi erano delle mura diroccate <<dove si diceva a San Silvestro>>”. In questo luogo i residenti decisero di costruire, a loro spese, nell’anno della peste un tempio. La costruzione della chiesa ebbe inizio nel 1656 per volontà del Vescovo Francesco Maria Falcucci e furono necessari per il suo completamento alcuni anni. Nel 1665 il Vescovo autorizzò l’utilizzo della stessa con la celebrazione della Santa Messa nei giorni festivi. La chiesa con il passare degli anni si dimostrò insufficiente a contenere l’afflusso di fedeli sempre più numeroso e nel 1700, per opera del parroco don Francesco Canzano, iniziarono i lavori di ampliamento e “il tempo divenne metà a volta e l’altra metà a soffitto. I lavori costarono complessivamente quattrocento ducati messi a disposizione in parte dal popolo e in parte dall’altare maggiore” e le entrate di quest’ultimo erano complessivamente di trentotto ducati, otto carlini e zero grana. L’autore evidenzia che nonostante i successivi interventi sulla struttura “l’impianto originale a croce latina con abside è pressoché inalterato” e nella chiesa le cappelle del Santissimo Rosario e delle Anime del Purgatorio vennero erette per devozione popolare. All’atto della costruzione della chiesa – 1656 – furono realizzati “due sepolcri ipogei benedetti” e nel primo venivano sepolte le persone coniugate mentre nel secondo i “vergini”. Con l’ampliamento della chiesa -1700- si provvide anche ad allargare l’area cimiteriale realizzando una terza cripta che rimase, per un po’ di tempo, inutilizzata. Le limitate dimensioni della chiesa e l’aumento costante della popolazione indussero, alla fine dell’ottocento – 1882 – ad effettuare un nuovo ampliamento. “L’originale struttura della chiesa fu completamente modificata con la demolizione del muro perimetrale dell’unica navata” e con l’elevazione di quattro corposi pilastri per ogni lato per sostenere le tre campate di archi. La parte superiore fu affrescata con una immagine raffigurante San Silvestro. Ai lati della navata centrale furono erette due navate più basse e di capienza più limitata e collegate alle due cappelle costruite nel 1700. Il parroco don Giovanni Rossi realizzò diversi lavori nella chiesa e nel 1897 “fece realizzare il paravento… per impedire l’entrata dell’aria fredda”; nel 1889 venne inaugurata la reliquia di San Giuseppe fatta costruire da Isabella Stocchetti; nel 1900 venne realizzato il bagno; nel 1903 venne eretto l’altare maggiore; nel 1907 la sacrestia fu dotata di un nuovo tavolo; nel 1911 la chiesa venne ripavimentata e nel 1913 vennero eretti due altarini di marmo: quello all’estremità della navata sinistra fu dedicato alla Madonna Addolorata e quello della navata di destra fu dedicato a Sant’Agnese. La parrocchia possiede la statua di San Silvestro, realizzata, approssimativamente, alla fine del diciottesimo secolo e una teca contenete un frammento osseo del corpo del Santo Protettore. Nella chiesa è collocata anche la statua della Madonna del Rosario (chiamata però Madonna delle Grazie) la quale è una scultura di inizio ottocento ed è stata più volte restaurata e sulla parete retrostante l’altare è collocata una Pala raffigurante San Silvestro, San Casto e la Madonna delle Grazie.
La chiesa il 9 ottobre 1943, a seguito di un bombardamento degli anglo-americani (2a guerra mondiale), riportò gravi danni alla struttura e rimase inagibile per diverso tempo e fu ricostruita “In tutto il suo splendore” con l’utilizzo di appositi fondi e con i lavori dei parrocchiani.
Nel pregevole lavoro di Izzo trova spazio anche la Confraternita del SS. Rosario che “è la più antica pia istituzione di Calvi Risorta. L’associazione laica sotto forma clericale contribuì a risvegliare nei suoi membri la coscienza religiosa mantenendo vivo il sentimento di carità fraterna”. Tale Confraternita tuttora è esistente soltanto come pia associazione e partecipa alle processioni del Corpus Domini, di San Casto, di San Silvestro e della festività della Madonna delle Grazie e accompagna i soci, per un tratto di strada, nel loro ultimo viaggio verso il cimitero e garantisce agli stessi una degna sepoltura nella cappella della Confraternita.
Di notevole importanza storica è la cronologia dei parroci che hanno retto la chiesa di San Silvestro Papa dal 1691 ad oggi: 1691 – don Francesco Fusco – 8 anni; 1699 – don Francesco Canzano – 5 anni; 1704 – don Antonio Valentino – 45 anni; 1749 – don Agostino Zona – 2 anni; 1751 – don Crescenzo Mandara – 47 anni; 1798 – don Francesco Pezzuto – 8 anni; 1806 – don Domenico Zona – 24 anni; 1830 – don Pietro Bonacci – 15 anni; 1845 – don Pasquale Rossi – 5 anni; 1850 – don Pietro Rossi – 25 anni; 1875 – don Pietro Ferrari – 8 anni; 1883 – don Antonio Izzo – 6 mesi; 1883 – don Tommaso Perrotta – 14 anni; 1897 – don Giovanni Rossi – 42 anni; 1939 – don Giuseppe Simone – 6 mesi; 1939 – don Pietro Palumbo – 7 anni; 1946 – don Gerardo Bovenzi – 1 anno; 1947 – Mons Francesco Perrotta  – 30 anni; 1977 – Padre Passionista Bartolomeo Avagliano – 30 anni; 2007 don Crescenzo Gravante – 3 anni; 2010 – don Michele Chianese – ad oggi.
Lorenzo Izzo conclude il suo lavoro, originale e stimolante, con uno sguardo allo stato attuale della chiesa “Nei giorni nostri la chiesa si presenta interamente rinnovata negli interni e risanata negli esterni”. I lavori di ripristino architettonico e pittorico e la sistemazione degli interni e degli esterni della chiesa sono stati realizzati da Padre Bartolomeo Avagliano – 2006 – , da don Crescenzo Gravante – 2007 – e da don Michele Chianese – 2010 – e “Oggi la chiesa, resa più funzionale e moderna, si presenta come la vera “Casa” del popolo di Visciano”.

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