A proposito del risarcimento chiesto dai Savoia

La richiesta al governo italiano, da parte di Vittorio Emanuele di Savoia e suo figlio Emanuele Filiberto, di 260 milioni di euro di risarcimento per il loro esilio, ci ha spinti a chiedere il parere di Zio Vincenzo che, per la sua venerabile età, 95 anni,è considerato in città un punto di riferimento per un giudizio salomonico sugli avvenimenti ed i personaggi del passato. Zio Vincenzo ci ha riferito:”L’inaudita richiesta ha suscitato in me molto risentimento poiché mi rendo conto della sfacciataggine di questi signori. Per ritornare in Italia avevano accettato di firmare un documento con il quale rifiutavano ogni loro pretesa. Oggi, invece, avanzano una incredibile richiesta: 260 milioni di euro per “danni ricevuti”. Costoro non ricordano , o fingono di non ricordare, che sono stati i Savoia a creare danni incommensurabili all’Italia e agli italiani. Fin dalla spedizione dei Mille di Garibaldi , voluta dai Savoia,l’Italia, particolarmente il Sud governato dai Borbone,fu depredato e ridotto alla miseria . Dal glorioso Banco di Napoli furono portati via ben 443 milioni in oro che arricchirono le casse del Nord. Le acciaierie di Pietrarsa furono trasferite al Nord, insieme ad altre aziende tessili e metalmeccaniche volute dai Borbone come:la Wenner, la Vonwiller, la Pattison, l’Armstrong, la Guppy e la Cottrau. A queste si aggiunsero aziende alimentari, della lana, e della carta, un apparato produttivo che suscitava una irrefrenabile gelosia da parte dei Savoiardi. Un desiderio sfrenato di appropriarsene! E da allora non fecero altro che curare i loro interessi, trascurando quelli degli italiani costretti a pagare tasse su tasse e lasciati nella più nera miseria e nel più profondo analfabetismo. Noi del Sud eravamo considerati, da costoro, gente capace soltanto di lavorare i campi. Dall’Unità d’Italia fino alla II Guerra Mondiale non fecero altro che curare i loro interessi, procreare e organizzare feste, mentre il popolo restava in piazza ad applaudire, a stomaco vuoto, la nascita di un principino mostrato dal balcone.  Lor signori trascorrevano le giornate nella serenità e nella gioia tra relazioni amorose ed avventure galanti come quelle di Vittorio Emanuele II con la Bella Rosina, di Umberto I nella villa di Monza a collezionare monete antiche come faceva Vittorio Emanuele III o gli amori di suo figlio Umberto (il Re di maggio) innamorato della cantante Milly ed altre bellezze del varietà. Quando si trovarono, in seguito, di fronte a problemi nazionali affidarono la soluzione ad uno sconosciuto che per ben 20 anni ebbe le redini della Nazione. Infine, quando la situazione peggiorò durante il II Conflitto Mondiale, presero “armi e bagagli”, e dal porto di Brindisi, partirono diretti in Egitto, lasciando l’Italia in balia delle onde che si arrossarono sempre più di sangue italiano Questa la dimostrazione del loro amore per l’Italia e gli italiani!.  Ed ora, gli eredi di questa “nobile casata”, dimentichi di tutto ciò, chiedono al governo italiano (immune da ogni colpa!) 260milioni di euro di risarcimento!.

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