Recensione libro “Freddo fuoco bruciato” di Marisa Pezzella

"La mente può essere un’arma indistruttibile e vincente contro una realtà improponibile, o la distruzione nucleare dell’anima in una realtà modificabile".
(Dal libro Freddo fuoco bruciato)
“Freddo fuoco bruciato” di Marisa Pezzella, pubblicato dalla Casa Editrice Gilgamesh Edizioni, è un romanzo che rotea intorno al significato della leggenda inventata dall’autrice, di cui il libro prende il nome. Passando per l’appunto da “leggenda” a “realtà”,  il romanzo intreccia nelle sue pagine la vita dell’adolescente Eva e l’amore per il suo fidanzato Dylan, con la vita di un poliziotto ventiseienne, Riccardo, impegnato invece ad azzittire i fantasmi del suo passato causati dal suo senso di colpa sulla morte di sua sorella Margherita. È proprio Riccardo ad illuminare il lettore nelle prime pagine raccontando questa leggenda “la fiamma di una candela accesa che, a causa delle condizioni ambientali avverse, sembra destinata a spegnersi, ma invece di lasciarsi morire, decide di rinascere più forte di prima adattandosi al freddo, contro ogni razionalità. [..] voleva che io imparassi che a questo mondo non esistono periodi sempre felici, che le difficoltà vanno affrontate da soli, che bisogna adattarsi quando la situazione cambia e che bisogna rinascere, diversi e più forti, quando affondiamo. […] A parlare sono bravi tutti. E le leggende forse sono per gli sciocchi. Sarà che io non ho mai incontrato qualcuno che incarnasse questa leggenda. Ho visto solo gente cercare la felicità nei posti sbagliati, come me, tra l’altro”.
Spetta ad Eva però incarnare questa leggenda, a sue spese, lungo il tragitto tortuoso che è la sua vita. Il romanzo tocca alcuni dei temi dell’esistenza quotidiana intrisi però di emozioni e passioni che l’autrice amplifica ai massimi livelli. L’amore, il bisogno di sicurezza, la morte, il sesso e il coraggio. Il tutto in un continuum d’intensificazione della storia sul piano emotivo.
“Freddo fuoco bruciato” imprigiona il lettore in continui colpi di scena e attimi di suspense, dai quali si può svincolare solo procedendo nelle pagine.     
Fino all’ultima parola scritta, sull’ultima pagina, il lettore rischia però di essere ancora amabilmente sorpreso. Ogni cosa che accade, mostrata abilmente in una scrittura scorrevole e non impegnativa, non è mai quindi scontata, e questo è del libro uno dei tanti punti di forza. Dalla trama terribilmente e acutamente intrecciata delle vite dei protagonisti, il romanzo non si limita a raccontare di una storiella d’amore intensa, ma fa molto di più, dona un vero e proprio Thriller, con addirittura la possibilità di immaginare una versione differente della morte, spostando il lettore in continue suggestioni forti e mai banali, che lo porta obbligatoriamente a condividere con i personaggi emozioni, desideri e paure fino alla fine.
Marisa Pezzella, nata a Caserta (CE) nel 1991, è studentessa universitaria di Scienze della Formazione nelle Organizzazioni presso l’Ateneo di Verona.
Trasferitasi con la famiglia a Mantova nel ’99, è in queste terre virgiliane che scopre il piacere per la lettura e la scrittura.
Risalgono al 2005 i suoi primi scritti, per lo più racconti brevi e alcuni romanzi inediti.
Freddo fuoco bruciato è il suo romanzo d’esordio, ambientato a Mantova.

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