Esasperatismo – La logica del bidone
Carlo Roberto Sciascia . Nel Novecento e, specificatamente, negli ultimi decenni di esso si è verificata una vera e propria rivoluzione nell’ambito delle comunicazioni; l’uomo contemporaneo può raggiungere con facilità ogni parte del globo terrestre impiegando tempi ridotti, inimmaginabili nei secoli precedenti, riesce a comunicare velocemente con ogni altro essere del mondo non soltanto mediante missive cartacee, ma anche a viva voce e/o mostrandosi visivamente, può sapere e vedere in tempo reale tutti gli eventi che accadono in ogni parte del mondo (anche agli antipodi) ed oltre (Luna, Marte, Giove, …).
È proprio la stessa vita odierna ad imporre all’uomo (la cui sfera di azione da pochi chilometri quadrati è diventata di centinaia o migliaia di chilometri quadrati) un dinamismo esasperato che, a volte, si riduce ad un sfrenato tourbillon a causa del quale lo stesso uomo perde di vista la finalità del proprio agire, perché troppo intento a seguire tutte chimere prescritte dalla moda del momento.
Lampante esempio è la ricerca affannosa di essere turisti in mondi sempre più lontani; Parigi, Londra, New York, Tokio, Rio de Janeiro non sono più sufficienti, oggi si cercano Pechino, Seul, Nuova Dheli, le Maldive, le Seicelles, Cuba, i Carabi e, ultimi miraggi, l’Australia, la Nuova Zelanda, l’isola di Pasqua o le Galapagos.
Ma vi è da chiedersi: un cittadino cosa sa del suo paese? Un italiano conosce l’Italia? La sua cultura? Le sue tradizioni?
Ed anche: l’uomo è in relazione con il suo vicino? In che modo approfondisce i contatti con le realtà a lui più vicine?
L’incomunicabilità, argomento centrale di molti film del celebre Michelangelo Antonioni, sottolineava nella seconda metà del Novecento la difficoltà dell’uomo contemporaneo di comunicare e di rapportarsi con gli altri. Oggi è ancora peggio!
Purtroppo anche i governanti di tutti i paesi di tutto il mondo, nell’inseguire mete ambite da raggiungere a tutti i costi, hanno perso di vista le verità esistenziali primarie, inoltre non riescono più a relazionarsi con i cittadini, con gli altri <potenti> e, cosa ancora più grave, trascurano e non tengono nel dovuto conto le conseguenze del loro comportamento sia relativamente agli altri popoli oltre che ai loro cittadini, sia per quel che riguarda la <madre terra>, la natura.
La Terra, infatti, in crisi per le continue azioni sconsiderate dell’uomo, sta avviandosi verso il tracollo totale, verso un punto di <non ritorno>, ma i governanti e, purtroppo, la maggioranza dei cittadini, sembrano non accorgersene e si barricano in posizioni difficilmente sostenibili. Infatti, lo spettro dell’irreversibilità (parola troppo spesso sottovalutata o per niente considerata non solo dalle industrie e dalle città, dai cavatoli e dai predatori di frodo, dagli incendiari e dai deforestatori, da coloro i quali inquinano a vario titolo l’habitat, ma anche dai drogati, dai fumatori, dagli alcolisti) ha un significato grave e sconvolgente: significa che, per quanto si voglia proseguire in quel atteggiamento e si tenti di correre ai ripari, ciò non è più possibile perché definitivamente si sono instaurate condizioni, che progressivamente possono solo evolversi verso altre condizioni di vita (per le quali si può persino prevedere la possibilità di esistenza dell’<animale-uomo>), realtà ben diverse da quelle attuali alle quali siamo abituati e che crediamo nella nostra tracotanza essere inalterabili.
Il rapporto tra scienza e Natura, umanità, coscienza, etica e, perché no, religione, a volte armonioso, tante altre conflittuale, fino al XX secolo era sempre supportato da un <senso morale> superiore, da quell’Umanesimo quattrocentesco che ha istituito e valorizzato le componenti più valide e costruttive dell’umanità; da qualche tempo tutto si è dissolto di fronte ad un nuovo <uomo-creatore> non più <faber fortunae suae>1, volto alla ricerca continua dei propri <piccini> e meschini interessi del momento (<hic et nunc>2 dei romani).
La vita dell’uomo ha raggiunto un grado di esasperazione elevato; per lui è diventato essenziale e, potremmo dire, esistenziale la realizzazione dei propri bisogni veri e/o illusori, l’elevazione del proprio tenore di vita, l’ingannevole apparenza esteriore, le prospettive seducenti e false di un personale futuro bellissimo. I ritmi frenetici imposti da questa mentalità egoista e balorda, volti in un’ottica prepotente e meschina capace di violentare la natura e dissolvere il sereno rapporto con il genere umano sulla base di una non-etica gretta, hanno ormai sconvolto l’uomo che con notevole inquietudine ed ansietà vive i suoi tempi nella incertezza e precarietà del domani.
Anche le arti, dirette e regolate da quello che viene comunemente definito <il sistema dell’arte>, ha prodotto molta confusione e caos al suo interno, tanto sconcerto e disorientamento relativamente ai tanti del pubblico non forniti della competenza necessaria e della capacità di <leggere> l’opera d’arte senza i condizionamenti derivanti dal critico <in auge>3, dal gallerista malizioso e spesso in malafede (apparentemente <preso> dalla sua posizione di profondo conoscitore dell’arte, mentre sta attuando i principi di marketing per <vendere> il suo prodotto!), dall’artista mediocre che cerca in ambiti incerti ed incomprensibili ed in forme espressive poco o per niente limpide ma in ogni caso non incisive di trovare quella credibilità aspirata ma mai conseguita.
Oggi è il momento di fermarsi e riflettere. In seguito occorrerà agire … senza perdere più tempo!
Il Movimento artistico “Esasperatismo – Logos & Bidone”, partito da Napoli ove è stato fondato da Adolfo Giuliani nel 2000 con la pubblicazione di un Manifesto, con la sua denuncia dei mali del mondo contemporaneo volge principalmente la sua attenzione all’umanità tutta ed a quell’umanesimo che seppe conciliare società, arte e scienza nel nome dell’<homo artefix> 4.
Anche il simbolo scelto, il bidone, è sintomatico perché non è inteso come recipiente di materiali o come tradizionale metafora dell’imbroglio, ma come contenitore della vita stessa e di tutti i valori eterni dell’umanità. È un <bidone> che tutti ricevono alla nascita secondo forme e modalità diverse, siano esse scientifiche, sociali, economiche, culturali o estetiche; esso è ammaccato, sofferto, consumato, pieno di esperienze, di delusioni, di tradimenti, di dolori … e, dopo aver perso definitivamente la sua base, lamiera inerte, inutile, abbandonata da tutti.
Ecco perché è importante e significativo vedere che, dopo aver rotto gli indugi, un gruppo di artisti all’inizio sparuto ma ricco di fermenti, folto e consapevole della missione dopo, si sta muovendo per sensibilizzare i cittadini e chi ci governa affinché lo sviluppo della esistenza dell’uomo si svolga positivamente, con impegno consapevole, estrema responsabilità, senso della vita, rispetto verso la Natura; quel loro proporre l’inquietudine del “reale-divenire”, le loro denunce dei mali del mondo contemporaneo frutto di un intenso travaglio spirituale, la presentazione di situazioni drammatiche riguardanti l’attuale momento storico, il palesamento delle tante emergenze del pianeta Terra e, quindi, della vita stessa dell’umanità stimola la speculazione di tutti su questa situazione ormai diventata insostenibile e li incitano a ipotizzare la possibilità di un superamento delle problematiche esistenti al fine di ristabilire un equilibrato ed armonico rapporto dell’uomo con il mondo circostante, sia umano che naturale.
Lentamente ma progressivamente il movimento si sta accrescendo con gli impulsi propositivi di artisti provenienti da ogni parte del mondo, tutti convinti della validità dell’azione dell’esasperatismo, ed oggi è diventato una realtà imprescindibile non soltanto tanto del panorama artistico e culturale europeo, ma soprattutto di quella <umana>.
A tutti non resta che appoggiare con veemenza il movimento e le sue iniziative, entrare a farne parte a vario titolo augurandosi di poter produrre effetti rilevanti e, soprattutto, sperando in un cambio radicale della mentalità di approccio di ogni problema.
1 Artefice della propria fortuna
2 Questo e subito
3 In voga
4 Uomo artefice