Nuovo albero genealogico della vita

E’ stato recentemente modificato l’albero genealogico della vita che ha rappresentato, dagli anni 70 del secolo scorso, l’evoluzione di tutti gli esseri viventi sulla Terra con i batteri che costituiscono la grande maggioranza degli esseri viventi rispetto all’uomo, alle piante e agli animali. Questo albero della vita è stato elaborato recentemente da Laura Hug e Jillian Banfield ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica di Nature Microbiology, arricchito con i dati di un migliaio di specie piccole a cui è stato isolato il DNA, anche se c’è stato il problema per alcune specie di riuscirle ad isolarle in quanto dipendenti da altri esseri viventi ossia parassiti, per poterle classificarle in qualche regno o phylum. Le loro ricerche sul campo si sono spinte in molte parti del nostro pianeta come dalle sorgenti termali dello Yellowstone ai pozzi tossici delle miniere abbandonate, dal humus dei prati alle distese di sale del deserto dell'Atacama, persino ai sedimenti delle paludi e all'intestino umano. Si sono ricostruiti circa 1.011 di alcuni organismi, sia pluricellulari che unicellulari, che insieme al DNA di altre 2.072 specie prese dagli archivi scientifici precedenti, grazie ad un computer molto sofisticato, si è elaborato il modello scientifico dell’evoluzione degli esseri viventi più  coerente a descrivere la nuova complessità dei viventi. Nel nuovo diagramma della vita, gli Eucarioti e gli Archaea occupano la loro posizione nella parte bassa della schematizzazione invece la parte più alta è rappresentata dai batteri, la metà dei quali fino ad adesso era sconosciuta e  priva di un nome scientifico. Infatti fino a qualche decennio si era stabilito la suddivisione dell’evoluzione della vita in tre grandi regni cioè quello degli Eucarioti, di cui l'uomo fa parte insieme agli altri animali, alle piante, ai funghi e ai protozoi, quello dei Batteri, i quali sono privi di nucleo e presenti in tutti gli ecosistemi e quello degli Archaea, microbi che vivono in ambienti estremi. Questa scoperta segna un passo in avanti nell’evoluzione degli esseri viventi anche se alcuni biologi devono ancora confermare molti campionamenti dei frammenti di DNA ricavati dai genomi analizzati per non incorrere in errori che potrebbero determinare degli organismi mai esistiti ma solo creati da questo puzzle di frammenti di DNA.

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