Camper telemedicina, blitz reti Mediaset

Caserta-  Per tre camper di Telemedicina fermi da anni  è arrivata oggi – direttamente da Milano  una

 

troupe di un noto programma televisivo, in onda tutti i giorni su ben tre reti nazionali. L’incursione  della troupe- organizzata da un  giornalista freelance casertano, collaboratore di giornali, radio e tv nazional. Troupe che ha trovato serie difficoltà a stanare (e realizzare  il servizio) i tre camper, spostati negli ultimi giorni dal parcheggio dell’ospedale di  Piedimonte Matese, in una officina meccanica casertana- che come da regola, non ha permesso di effettuare nella proprietà privata le riprese- ostacolate senza successo, incredibilmente anche all’esterno della struttura. Quì l’attore casertano Giovanni Albano ha raccontato ai telespettatori la vergognosa vicenda. Una patata che diventa sempre più bollente, la storia di questi tre ospedali viaggianti – fatta di promesse non mantenute dai responsabili del servizio- che circa un anno fa – davanti alle telecamere di Striscia la Notizia – assicurarono la partenza del servizio nell’arco di due settimane. E’ passato quasi un anno – ma nulla è cambiato, se non il tour Piedimonte- Roccamonfina- Caserta- durato poche ore- per questi  piccoli ospedali mobili, dotati di attrezzature d’avanguardia(ancora poco e diventerà obsoleta), dove è possibile effettuare: diagnostica per immagini, ecografie ed ecocardiogramm ,  inviare e ricevere, tracciati e referti di ecografie, infine trasmissione di dati ed immagini verso ospedali per teleconsulti e videoconferenze. Un progetto ambizioso, quello della Telemedicina, co-finanziato dalla Comunità Europea tramite il POR Campania, al fine di sperimentare nuovi modelli di prevenzione e assistenza sanitaria,  per rendere più incisiva l’attività sul territorio e portare assistenza anche nei luoghi più impervi. Un progetto che avrebbe dovuto assicurare una migliore e più rapida risposta alle aspettative dei pazienti dell’Alto Casertano,  garantendo alle zone interne della provincia una più efficace e tempestiva assistenza diagnostica e terapeutica, specie nei casi d’urgenza. Finalità lodevoli, rimaste, però, sulla carta, nei 45 comuni consorziati che hanno trovato difficoltà già a mettersi insieme. Ora ci sarebbe da  fornire il servizio -che ha dei costi. L’impresa non è facile- visto che le Asl campane sono note in tutto il mondo per i tagli di spesa, accorpamenti vari e riduzione del personale. I medici e paramedici   che  dovrebbero  garantire il servizio- sono gli stessi che lavorano nelle due Asl provinciali, coinvolte nel progetto, con la provincia di Caserta.  Dovrebbero in pratica attrezzarsi con il dono dell’ubiquità! L’ennesimo pateracchio  targato Regione Campania.  Con il sistema  sanitario, prossimo all’elettroencefalogramma piatto. Nel corso della conferenza stampa- con prova-inaugurazione di teletrasmissione diagnostica – effettuata il nove marzo 2007- il presidente De Franciscis raggiante dichiarò: “Tra sei mesi ci rivedremo per fare un bilancio sul funzionamento del servizio”. Sono passati undici mesi- e il servizio è rimasto fantomatico.  Dopo qualche mese, dalla prima ed ultima prova,  il  mesto ritorno nel parcheggio dell’ospedale di Piedimonte. Nei giorni scorsi il trasferimento in una officina casertana. Su quei tre camper, finora- non è salito un solo paziente. Forse,  nessuno mai lo vedrà. Salire! Una clamorosa storia di inefficienza, inettitudine e burocrazia.

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