Convegno sul diabete. A confronto esperti e specialisti regionali
“Il diabete di tipo 2 è una patologia con una prevalenza in continua crescita e, nonostante gli avanzamenti farmacologici degli ultimi anni, le complicanze vascolari continuano a influenzare la prognosi del paziente”. Parte da questi presupposti l’endocrinologo e diabetologo Mario Parillo, responsabile scientifico del convegno “Approccio terapeutico al diabete mellito”, che si terrà giovedì 16 giugno nella Sala Farnese del Grand Hotel Vanvitelli in San Marco Evangelista, a pochi chilometri da Caserta. Il dottor Parillo è il responsabile dell’Unità operativa di Geriatria, Endocrinologia e Malattie del Ricambio dell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano”. E proprio il nosocomio casertano ha dato il patrocinio all’evento formativo, insieme con l’Ordine dei Medici e la sezione campana dell’Adi, l’associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica.
I lavori del convegno avranno inizio alle ore 8,30 e si concluderanno alle 17,30. Relatori saranno esperti e specialisti provenienti dai maggiori centri regionali. L’evento ha lo scopo di offrire un confronto tra diabetologi, internisti, medici di famiglia e tutte le figure professionali che si occupano della persona con diabete. Il primo tema trattato sarà il punto di vista del medico di medicina generale nella valutazione del trattamento del paziente diabetico. D’altra parte, l’aumento della prevalenza del diabete rende indispensabile un coinvolgimento del medico di famiglia nella gestione del paziente diabetico. Si cercherà anche di dare spunti per migliorare l’aderenza alla terapia e l’accettazione della malattia.
“È ormai ben noto – scrive Parillo – che l’unica arma per prevenire le complicanze è il controllo metabolico, che deve essere il più possibile stringente, e cosa ancora più importante attuato fin dalle prime fasi della malattia. La terapia nutrizionale rimane il cardine per la gestione del diabete, anche se spesso non è attuata, sia per uno scarso impegno dei medici, ma anche per la difficile aderenza alle modifiche dello stile di vita da parte del paziente”.