Si ritorna a scuola

Oramai in Campania hanno ripreso le scuole di ogni ordine e grado ma i problemi non mancano. Molteplici, infatti, sono le criticità sottolineate da studenti, professori e sindacati.
Mancanza di docenti di sostegno, istituti fatiscenti o semplicemente non adeguati alla funzione, assegnazioni di sedi di insegnamento che costringono a costose trasferte, sono solo alcune delle problematiche sulle quali infuriano le polemiche, nonostante tutti i propositi della "buona scuola" di Renzi.
Di certo, non si comprende come ma non si riservino maggiori attenzioni e risorse a un settore così strategico come quello dell'istruzione, grazie al quale si forma la cultura e la coscienza civica delle nuove generazioni.
Perplessità ovviamente condivisa dalle famiglie, spesso anche oberate da rilevanti spese per l'acquisto dei libri che dagli insegnanti, molti dei quali quest'anno si sono visti assegnare cattedre lontane centinaia di chilometri da casa.
Oltre ai problemi economici, certo difficilmente risolvibili se non si assegna al comparto qualcosa in più, se è logico che la ristrutturazione o la riqualificazione delle sedi degli istituti scolastici assorbirebbe denaro che al momento non c'è, non si capiscono bene le ragioni del perché un insegnante calabrese deve recarsi in Piemonte e uno veneto dovrà insegnare in Campania con comprensibili ulteriori difficoltà legate alle spese di sostentamento in loco, per non parlare del lato affettivo o logistico di famiglie che di fatto devono spezzarsi.
Non si comprende, cioè, quali siano le ragioni che non limitino alla scala regionale la assegnazione delle cattedre considerandola, invece, alla ben più ampia scala geografica nazionale.
Non si comprende come mai, si preferiscano insegnanti giovani e senza esperienza a insegnanti che, benché precari, hanno già numerosi anni di insegnamento nel bagaglio della loro esperienza professionale.
Non si comprende perché i testi debbano essere cambiati così frequentemente e non si consenta alle famiglie, spesso con figli anagraficamente distanti solo pochi anni, di risparmiare.
Insomma un inizio davvero difficile, nonostante le rassicurazioni delle Istituzioni degli scorsi mesi che, al di là delle belle parole propagandistiche, riporta alla ribalta uno dei nervi scoperti della società italiana.

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