Lauree professionalizzanti, i geometri pionieri in Italia

Presentata oggi alla Camera dei Deputati una proposta di legge che riforma il percorso di accesso alla professione di geometra.
È la prima volta, dopo quasi 90 anni. A firma dell’On.le Simona Flavia Malpezzi (PD), il testo ha subito raccolto l’attenzione ‘trasversale’ degli altri parlamentari, in primis dell'On. Camilla Sgambato (PD).
L’indirizzo strategico è stato delineato dal Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli.
 La formazione del geometra cambia prospettiva in Italia. Per esercitare la professione è stata presentata una proposta di legge che istituisce una nuova laurea universitaria da frequentare obbligatoriamente per conseguire il titolo triennale che abilita direttamente al mondo del lavoro.
Al percorso didattico sarà possibile accedere dopo il diploma di scuola media superiore rilasciato dagli Istituti Tecnici, settore Tecnologico, indirizzo “Costruzioni, Ambiente e Territorio” (CAT).
In attesa dell’esito dell’iter parlamentare, all’inizio di questo anno accademico, in Italia sono state avviate tre esperienze ispirate alla proposta di legge, con le Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, di Siena, di San Marino e dell’ateneo telematico Uninettuno.
Un percorso virtuoso reso possibile grazie alla collaborazione degli Istituti Tecnici CAT locali e ai Collegi Provinciali dei Geometri, che rappresenta una delle caratteristiche principali della riforma e offre una risposta alle esigenze di molte famiglie italiane: la possibilità di assicurare un alto livello di scolarità ai ragazzi impossibilitati a proseguire gli studi universitari fuori sede.
Storicamente è una riforma che giunge dopo quasi 90 anni. Nel nostro Paese la professione di geometra è ancora regolamentata dal Regio Decreto risalente al 1929 e viene svolta oggi da oltre 100mila professionisti, di cui almeno 9mila sono donne: la loro presenza negli ultimi anni è in crescita del 15%.
Gli studi professionali del geometra sono ampiamente diffusi nel territorio nazionale e non esiste comune italiano che ne sia privo.
Una professione capace di attrarre i giovani, anche grazie alle opportunità di crescita professionale ed economica. Una professione da avviare in modo autonomo, o in coworking con altri colleghi e tecnici, al fine di competere adeguatamente sul mercato nazionale e internazionale. Per allestire uno studio, infatti, i costi da sostenere possono variare da 10mila a 15mila euro.
Per il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli si tratta di “un passaggio decisivo per la categoria, che fissa un obiettivo primario: la nascita di un percorso di laurea triennale professionalizzante ed abilitante che contraddistingue il Geometra nel panorama nazionale delle risorse tecniche professionali a disposizione del mondo economico e della società civile. Nei diversi tavoli di confronto, ai quali abbiamo finora partecipato, è stata sostenuta con decisione l’importanza di un’evoluzione del suo percorso di accesso alla professione, in considerazione del ruolo svolto dai nostri iscritti nelle diverse occasioni, come nell’emergenza, nella ricostruzione, nella crescita economica sostenibile. Grazie alla sua vocazione polivalente e multidisciplinare, Il Geometra ha rivelato sempre nuove capacità di porsi in modo qualificato nel contesto nazionale e internazionale del mercato del lavoro. Infine, non abbiamo trascurato il cammino della normativa europea: il futuro ci impone una formazione universitaria specifica per svolgere la libera professione in ambito transnazionale: è un preciso adempimento richiesto dalla Comunità Europea per il 2020”.
Sulla proposta di legge, l’On.le Simona Flavia Malpezzi (PD), Commissione Cultura, ha precisato: “Ci piace considerarla una sfida. È una proposta che può riaprire il mondo delle lauree professionalizzanti e dare un contributo a quella che è la professione del geometra. Un supporto che non va solo ai professionisti che ci sono già oggi ma anche agli studenti, garantendo un percorso chiaro e certo , con una laurea che finalmente è anche abilitante e, pertanto, molto vicina al lavoro che poi loro saranno chiamati a svolgere. È una soluzione che porta chiarezza e semplicità nel sistema ed è un modello che potrebbe anche essere applicato per tutti gli altri tipi di ordini.”
È intervenuta alla presentazione anche l’On. Manuela Ghizzoni, Responsabile Università del Partito Democratico, che ha aggiunto: “La proposta rappresenta la volontà di costruire dei percorsi didattici per i geometri che possano rafforzare le competenze, sia a livello teorico e sia a livello pratico. La proposta non entra nel merito degli insegnamenti che dovrebbero caratterizzare la laurea perché non abbiamo intenzione di “ingessare” ora con una legge i contenuti culturali formativi che dovranno invece nel tempo modificarsi rispetto alle esigenze della professione. La proposta prevede di affidare a un decreto ministeriale successivo i contenuti specifici in termini di esami da sostenere. Lauree di questo tipo rappresentano una sfida per le università in termini di offerta formativa per i giovani che desiderano associare una solida formazione teorica all’esercizio della professione. Riteniamo in questo modo di poter contrastare il problema dell’abbandono degli studi universitari da parte dei diplomati degli istituti tecnici e professionali che si trovano ad affrontare percorsi non modulati rispetto alla loro formazione scolastica tradendo le loro aspirazioni reali”.
Alla presentazione sono intervenuti anche gli On.li Camilla Sgambato, Marietta Tidei, Mara Carocci, Umberto D’Ottavio, Sergio Boccadutri, Patrizia Maestri.
 

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