“Paradiso degli animali”
"Paradiso degli animali": è questo il gentile nome di un importante cimitero per animali dell' Italia centro-meridionale. Situato a Caserta, in via Giorgio La Pira, è proprio vicinissimo al cimitero per esseri umani, da lì molto visibile. Questo luogo ospita le mini tombe (in terra e nel muro) di circa 1500 animaletti di affezione: soprattutto cani e gatti, ma anche coniglietti, tartarughe, criceti, uccelli, un esotico serpente dell'India, ed altro ancora, provenienti soprattutto da numerosi comuni campani dei dintorni. Tali tombe raccolgono numerose fotografie, poesie, fiori, girandole, giocattoli, offerte simboliche di cibo, oggetti sacri (immagini di Cristo, Madonnine, ecc…) per esserini che in vita allietarono notevolmente i loro proprietari. Sostanzialmente in tutto simili alle tombe dei cristiani, le tombicine di questo cimitero ricordano in particolare quelle dei bambini. Diffusissime sono anche le dediche, della quale questa, indirizzata ad una micina di razza persiana morta a causa di un tumore, è un esempio significativo: "Sei sbocciata nella primavera del '96 e sei stata con noi dal 1° giugno '96 al 21 novembre 2007-Sissi, resterai per sempre nei nostri cuori. La tua famiglia". Questo luogo è, in effetti, testimonianza di un amore che va oltre la morte: non a caso, una etimologia proposta per la parola italiana amore, di radici latine, è "senza morte", nel senso di "a-mors", dove la lettera 'a' ha valore privativo, mentre "mors" vuol dire, appunto, "morte". Fondato da Luciano Meola nel 1999, questo cimitero "speciale" vede in occasione della ricorrenza di S. Antonio Abate, patrono degli animali) lo svolgimento di una preghiera collettiva degli ex proprietari degli animaletti. Nel corso dell'incontro del 20 gennaio 2008 (il giorno di S. Antonio Abate era il 17, ma per motivi pratici la celebrazione c’è stata la domenica successiva), che ha visto anche un poetico lancio di petali di fiori sulle piccole tombe in marmo, ad opera di un elicottero noleggiato da Meola, diversi sono intervenuti nel ricordare quanto gli animali abbiano dato e diano ai loro amici umani. Importanti sono state le citazioni tratte da vari teologi cattolici, secondo i quali anche gli animali hanno un'anima immortale: tra questi, fra gli altri, i Papi Paolo VI (che aveva detto ad un bambino, affranto per la morte del suo cane, che lo avrebbe rivisto in Paradiso), Giovanni Paolo II (il quale aveva parlato di "soffio divino" presente anche negli animali) e, recentemente, il teologo Lonzetti del giornale Famiglia Cristiana (si tratta di un'idea diffusa anche in altre religioni, ad esempio nell'Islam, che col Corano afferma in un capitolo la resurrezione degli animali, nel Buddhismo, nell'Induismo, ecc…). La giornata ha visto anche una omelia e delle preghiere svolte da don Pierino, prete della Parrocchia del Buon Pastore, che ha avuto una larga partecipazione. Il sacerdote ha affermato, a sua volta, che anche gli animali hanno un'anima immortale, e che risorgeranno assieme agli esseri umani alla fine dei tempi terreni, quando vi saranno "nuovi cieli ed una nuova terra", ed in cui il lupo e l'agnello staranno insieme pacificamente. Infatti, affermava Don Pierino (il quale ha anche benedetto le tombe), gli animali spesso vivono vicissitudini: a volte muoiono di fame, altre si mangiano tra loro, altre ancora sono più fortunati, ma saranno redenti alla fine dei tempi. Don Pierino ha inoltre citato brani dalla Bibbia: dalla Genesi, partendo dalla storia della creazione del mondo a quella dell'Arca di Noè contenente le varie specie animali, fino al Nuovo Testamento, oltre ad avere affermato che la convinzione che gli animali abbiano un'anima immortale, e non soltanto gli esseri umani, è compatibile non solo col Cristianesimo, ma anche, ad esempio con una certa tradizione filosofica (Aristotele, ad esempio, credeva nell'anima degli animali). Il sacerdote cattolico, dopo avere ricordato i cani che ha amato, lo spirito divino che anima pure gli animali, ed il rispetto che si deve alla loro "sofferenza muta", ha affermato che l'amore per gli animali è segno di bontà d'animo e di sensibilità: il che non deve fare dimenticare, comunque, di amare anche il proprio prossimo umano. Numerose sono state le persone, compresi anche molti bambini, in alcuni casi in compagnia di animali vivi, che si sono trattenute sulle tombe degli animali scomparsi, anche dopo lo svolgimento delle preghiere: segno vivente di sensibilità e di civiltà che avanza, pure nell'atteggiamento da tenersi verso le altre creature del nostro pianeta.