È morto Enzo Maiorca, re dell’apnea e paladino del mare

La notizia è giunta ieri mattina sconvolgendo la tranquillità di una domenica mattina di metà novembre, inaspettatamente tiepida e inondata dal sole.
Infatti per tutti coloro che apprezzano o hanno apprezzato la subacquea, specie se la propria giovinezza è stata contemporanea al periodo dei tanti record conquistati da Maiorca, la sua scomparsa è certamente un tuffo al cuore.
Enzo Maiorca, classe 1931, era siciliano.
Sin da bambino, quale scugnizzo siracusano, del resto come fanno tutti i bambini delle città rivierasche del sud italia, aveva sviluppato un precoce e solido rapporto col mare.
La sua biografia, difatti, racconta che pur temendo il mare imparò a nuotare a soli 4 anni e, dopo poco, ad andare sott'acqua in apnea.
Un po' come era consuetudine di quegli anni per chi praticava apnea, cominciò a dedicarsi alla pesca subacquea diventando ben presto un campione.
Erano tempi molto prematuri dell'andar sott'acqua per il solo gusto di guardare.
A metà degli anni '50 rimase colpito dalle imprese di stranieri che in apnea riuscivano a toccare i -40m e, nella considerazione che lui quelle profondità le sfiorava con quotidiana frequenza come pescatore subacqueo, decideva di mettersi alla prova per migliorare tali prestazioni riuscendo, dopo soli quattro anni, a stabilire il nuovo record mondiale toccando i -45m.
Nel 1967 avveniva la seconda svolta nella vita da subacqueo di Enzo Maiorca: abbandonava per sempre la pesca subacquea.
Lui stesso, in più occasioni, ha raccontato che sfiorando il ventre della grossa cernia che stava braccando e sentendo il cuore dell'animale battere forte, si era reso improvvisamente conto di stare per uccidere un altro essere vivente.
Da qui la decisione di non pescare più e, addirittura, diventare vegetariano dedicandosi esclusivamente ai record di discesa in apnea e alla salvaguardia del mare.
Enzo Maiorca, infatti, si può dire che è stato tra i precursori della sensibilità, oggi giustamente diffusa, inerente la difesa dell'ambiente e degli ecosistemi marini.
In ambito sportivo famosi furono in quegli anni i testa a testa col campione francese Jacques Mayol, persona il cui carattere non suscitava in Maiorca grande stima.
Nel 1974 nel corso di un tentativo di nuovo record a -90m, trasmesso in diretta dalla RAI, veniva accidentalmente ostacolato dal subacqueo inviato della RAI Enzo Bottesini.
Maiorca perse la concentrazione e dovette abbandonare non senza fare (per l'epoca) scandalo, sanguigno come era, a causa della lunga sequela di coloriti epiteti proferiti in diretta TV una volta riemerso.
Due anni dopo lasciava l'attività agonistica continuandosi a dedicare, oltre alle iniziative a favore della conservazione degli ambienti marini, all'allenamento delle figlie.
Nel 1988 decideva di rimettersi in gioco e tentare un ultimo record raggiungendo la fantastica profondità di -101m ed entrando definitivamente nel mito.
Ora la sua morte che ci lascia tutti increduli poiché, sovente, non riusciamo a distinguere la caducità degli esseri umani dall'aura immortale che alcuni di essi hanno saputo costruire.
Enzo Maiorca, insignito di Medaglia d'Oro del Presidente della Repubblica per meriti atletici e di Medaglia d'Oro al merito di Marina, è morto all'età di 85 anni ma resterà per sempre nel ricordo di tutta l'umanità come un mito dello sport e della difesa del mare.

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