Il rumore
Il rumore è generalmente definito come “un suono indesiderato”. Oppure secondo l’Agenzia europea dell’ambiente il rumore è “un suono udibile che causa disturbo, o danno alla salute”. Il legislatore con il D.Lgs. 194/2005 “Attuazione della Direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale” definisce “rumore ambientale: i suoni indesiderati o nocivi in ambiente esterno prodotti dalle attività umane, compreso il rumore emesso da mezzi di trasporto, dovuto al traffico veicolare, al traffico ferroviario, al traffico aereo e proveniente da siti di attività industriali”. Non c’è dubbio che ormai, specialmente in ambiente urbano, il rumore sia diventato il sottofondo in cui quotidianamente siamo immersi. Le sue caratteristiche peculiari, il contesto in cui lo sperimentiamo e il livello sonoro specifico contribuiscono diversamente alla percezione del disturbo associato. D’altra parte la recente letteratura tecnico-scientifica conferma come un’esposizione continuata ad alti livelli di rumore possa non solo causare disturbi del sonno, del comportamento e dei processi di apprendimento, ma anche contribuire all’insorgenza di altre patologie, in particolare cardiovascolari. Nel 2009 l’OMS ha emanato le Linee guida specifiche sul rumore notturno inserendo la prevenzione dell’esposizione dei bambini al rumore a scuola e a casa negli obiettivi del Piano di azione Ambiente e salute europeo. La riduzione dell’esposizione al rumore nell’ambiente di vita e di lavoro è uno degli obiettivi della legislazione italiana e comunitaria per preservare e migliorare il livello di benessere dei cittadini, la fruibilità e la conservazione degli ambienti urbani e naturali. ll suono dal punto di vista della fisica, è definito come una perturbazione dello stato di equilibrio di un mezzo elastico che si propaga nel mezzo stesso; ovvero se si pensa al formarsi delle onde in uno stagno dovute, ad esempio, al lancio di un sassolino, la superficie in equilibrio dell’acqua è increspata (la perturbazione) dalle onde che si propagano allontanandosi dal punto in cui si sono inizialmente formate. La velocità con la quale il suono viaggia in aria alla temperatura di 23° C è pari a circa 340 m/s. L’onda sonora, nel suo propagarsi, provoca una variazione locale della pressione atmosferica e uno spostamento di particelle che possono essere rilevate sia dall’orecchio umano che da specifici strumenti. L’intervallo di variazione della pressione sonora è molto ampio: il suo valore è valutato rispetto a un termine di riferimento espresso in decibel(dB). ll decibel (dB) è l’unità logaritmica che viene utilizzata per misurare i livelli di rumore. Per fare in modo che il fonometro (lo strumento col quale si misura il rumore) misuri i suoni nel modo più simile a quello con cui l’orecchio umano li percepisce, si utilizza una curva di pesatura (ponderazione) dei vari livelli che attenua le basse e le alte frequenze.Tra i fenomeni oscillatori il suono è uno dei più comuni. Il numero di oscillazioni in un secondo è detto frequenza (misurata in Hertz – Hz) ed è una delle sue caratteristiche peculiari: ciò che ci fa distinguere, ad esempio, le altezze diverse delle note musicali è proprio la diversa frequenza dei suoni emessi da uno strumento. L’altro elemento caratterizzante il suono è la sua intensità: ricorrendo all’analogia con le onde sulla superficie dell’acqua, l’intensità del suono può essere rappresentata dall’altezza delle onde stesse.