Tornare alle origini “ubriacandosi” di folk: chi è Mannarino?

Voler ritornare ai vecchi valori, ai vecchi piaceri, nonché alla vecchia musica? Nel nostro tecnologico ed austero ventunesimo secolo non c'è posto per poeti e cantautori. Siamo notevolmente regrediti verso l'apparenza, avendo costante bisogno di filtri, mostrando solo ed esclusivamente "ciò che è bello" come dei moderni esteti. Ma dove sono le verità, il realismo, le passioni cantate a squarciagola da Battisti, Gaber, Gaetano? A riportare in vita tali sentimenti è Alessandro Mannarino. Il verghiano cantautore di origini romane, definisce l'inizio della sua carriera, come "una ricerca, prima di tutto umana, poi musicale": inizia infatti nel 2006 creando una band, la "Kampina", che lo porterà a compiere svariate conoscenze, fra cui quella dell'attore Massimiliano Bruno, che lo introdurrà nel mondo dello spettacolo, conducendolo sino alla pubblicazione del primo album. Ed è in "Bar della rabbia", pubblicato come primo inedito nel 2009, che si trova "Me so' mbriacato", brano che anni dopo genererà miriadi di likes e condivisioni fra i social. Di grande influenza nella crescita dell'autore è stato Fabrizio De André, "ma", confessa "mi ci sono trovato a fare il cantautore. Io scrivevo, poi quando mi trovavo a suonare davanti alla gente mi sentivo un buffone, una persona che aveva questa malattia per cui doveva farsi sentire..". È questo che in fondo Mannarino fa: cerca di farsi sentire. Attraverso la dolcezza della sua voce incorniciata da un sottofondo folk, narra realtà, sofferenze e problematiche che ogni uomo ha, descrivendo, d'altronde, la vita stessa.

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