Al CTS “Tutte quante cecate”

Al diciottesimo appuntamento della stagione tornano al Piccolo Teatro Cts di via Louis Pasteur in zona Centurano a Caserta le rappresentazioni in lingua napoletana.
Sabato 11 febbraio alle ore 21 e domenica 12 alle 19 va in scena lo spettacolo “Tutte quante cecate” per la regia di Sergio Celoro, presentato dalla compagnia teatrale CAT (Centro Attività Teatrale) di Castellammare di Stabia, fondata dall’appassionata competenza dei compianti Ciro Madonna e Italo Celoro. Dal 1976 è Cooperativa di Teatro.
"Tutte Quante Cecate” è un libero adattamento del regista Sergio Celoro. Questa pièce è un esempio di compiutezza e di equilibrio delle parti, dove sono mescolati, con grande armonia, forma e contenuto, prosa e musica, momenti di forte drammaticità e di pacato dolore, momenti di ironia sofferta e di chiara comicità. Questo contrasto rappresenta appunto l’originalità e l’ineffabilità del teatro di Celoro. Domina in questo spettacolo uno dei temi che ricorre spesso nel teatro napoletano, l’emarginazione. Infatti, da questa commedia emerge, in maniera evidente, una condizione di vita diversa, decisamente drammatica, in cui miseria ed emarginazione coincidono: i protagonisti vivono in uno stato di totale emarginazione e povertà. La commedia è ambientata in un angolo del borgo Marinari, nel rione di Santa Lucia, dove sono raccolti e si esibiscono i suonatori ciechi, un’orchestrina girovaga e mendicante che alterna a celebri canzoni napoletane teneri valzer di operetta. I suonatori sono il contrabbassista Ferdinando, il mandolinista don Antonio, il clarinista don Lorenzo, il violinista don Vincenzino e il chitarrista Gennarino. Questo concertino è accompagnato da don Alfonso, cieco anche lui di un occhio, che va questuando l’obolo ai radi passanti. Il contrabbassista Don Ferdinando ha una moglie, Nannina, incontrata e sposata per caso. In scena ci saranno Sergio Celoro (don Alfonso); Agostino Di Somma (Ferdinando); Marcella Celoro (Nannina); Dario De Simone (Totonno); Luca Izzo (ostricaro); Maria Cristina Gargiulo (passante); Francesco Vollono (secondo passante); Benedetta Todisco (terzo Passante). Musiche di Somago, costumi di Clemar, scene di Don Nylon, luci di Lerrie Moss.
Il CAT si è distinto nel tempo per la ricerca attenta e significante sul teatro, la storia, la canzone e la tradizione. I notevolissimi risultati artistici raggiunti, i moltissimi attori-cantanti di ottimo livello lanciati nel panorama nazionale e internazionale, gli innumerevoli spettacoli prodotti fanno di CAT un’équipe che può, senza ombra di dubbio, essere considerata “storica”. Più volte specialmente negli ultimi anni la sigla di questo gruppo stabiese è stata accostata al nome prestigioso di uno stabiese ben più illustre, Raffaele Viviani. Infatti, lo studio quasi maniacale, dedicato alla sua figura e alla sua opera, ha condotto la cooperativa, nel corso di 48 anni di attività teatrali, a mettere in scena sia diverse opere di Viviani che diversi liberi adattamenti, nel succedersi delle varie celebrazioni dedicate al grande autore, Inoltre, quasi tutte le più importanti produzioni di lavori teatrali nazionali di Viviani degli ultimi vent’anni, hanno sempre visto tra i protagonisti attori di questa équipe di Castellammare di Stabia, vera e propria scuola di teatro.

 

 

 

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