Il malore del Presidente della Repubblica

Il Presidente Giorgio Napolitano è stato colpito nella mattinata di ieri da un leggero malore. In visita a Trento, dove ha ricevuto il titolo di Professore Straordinario dell’Università degli Studi, il Capo dello Stato ha dovuto interrompere la sua lectio magistralis sul tema della integrazione europea a causa probabilmente di un calo di pressione. Intorno alle 12 il Presidente ha chiesto al Rettore Bassi di aiutarlo a togliere la toga accademica. Dopo pochi attimi, pallido in volto, Napolitano ha interrotto il suo discorso e si è seduto. Sono stati momenti di grande tensione. Tutta la platea ha assistito alla scena con grande rispetto. Nel pomeriggio della giornata di ieri sono arrivate notizie rassicuranti: lo staff medico che assiste il Presidente ha confermato che le condizioni di Giorgio Napolitano sono ritornate normali.
Nel suo intervento il Capo dello Stato ha ricordato l’ impegno dei grandi statisti italiani del passato sul tema dell’ integrazione europea: ha iniziato la sua lezione con il ricordo di Alcide De Gasperi che fu tra i più convinti sostenitori della CED (Comunità Europea di difesa). Dal palco del Teatro Sociale di Trento il Presidente ha anche invitato il Parlamento ad occuparsi della ratifica del Trattato di Lisbona. Il Presidente ha ricordato che nessuno Stato può sottrarsi alle proprie responsabilità e che ormai i tempi sono maturi anche per un progetto costituzionale unitario europeo.
Finito il suo discorso il Presidente ha attraversato la sala tra gli applausi degli intervenuti e si è recato in Prefettura per continuare la sua visita.
Nel 2005 anche Carlo Azeglio Ciampi in visita nella città di Trento fu colpito da un malore: pure in quella occasione non ci furono conseguenze negative per la salute dell’ ex Presidente.
Giorgio Napolitano prosegue nel duro lavoro di questi giorni: è l’ unica figura istituzionale forte dell’ Italia in questa particolare fase politica e sta svolgendo egregiamente il compito di garante della Costituzione repubblicana.

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