Proiezione del film del 2005 “PARADISE NOW”
Presso “La Canonica” sarà proiettato giovedì 16 marzo p.v. il film del 2005 “PARADISE NOW” di Hany Abu-Assad, noto regista palestinese. Si tratta del quinto ed ultimo film del ciclo dedicato alla “questione palestinese”, tema che presso “La Canonica” è stato dibattuto prendendo spunto proprio dai loro soggetti.
“MIRAL” (India-Israele-Francia-Italia, 2010) di Julian Schnabel, è stato il film che lo scorso 6 ottobre 2016 ha aperto le attività 2016-2017 del sodalizio di Piazza Ruggiero di Caserta. Tratto dal libro di Rula Jebreal, palestinese ma nata e cresciuta in territorio israeliano, il film, attraverso le vicende di tre donne palestinesi, le cui storie si intrecciano con quelle della loro gente, narra le vicende che si sono susseguite dal 1948 fino agli anni recenti, dagli anni, cioè, della nascita dello Stato di Israele e dell’inizio di quella che i palestinesi chiamano “Nakba”, catastrofe, l’espulsione dalla loro terra.
Il secondo film, proiettato lo scorso 17 novembre 2016, è stato “IL GIARDINO DEI LIMONI” (Israele-Germania-Francia, 2008) di Eran Riklis. Qui si narra di una donna palestinese che difende con tutte le sue forze il suo limoneto centenario che il ministero della difesa israeliano vorrebbe spianare adducendo motivi di sicurezza per sé e la sua famiglia avendo costruito la sua nuova villa proprio al limitare del limoneto.
Con “PRIVATE” (Italia, 2004), proiettato il 15 dicembre 2016, il regista Saverio Costanzo narra le vicende di una famiglia palestinese la cui vita è sconvolta dall’occupazione israeliana. I soldati occupano il primo piano dell’abitazione confinando la famiglia al pian terreno, dando vita ad una impossibile eppure inevitabile convivenza. Per interromperla, bisognerebbe abbandonare la casa e diventare sfollati, come tanti altri palestinesi. Ma a questa soluzione, caldeggiata dai figli e anche dai soldati israeliani, il capo di casa si oppone perché per lui la casa è il naturale contenitore della famiglia e perdendo la prima la seconda si sarebbe rapidamente disgregata. Come tutti gli altri film del ciclo, “PRIVATE” non è un film politico bensì l’ossessivo, asimmetrico e claustrofobico confronto tra chi ha potere e armi e chi ne è spossessato.
Il 16 febbraio scorso, infine, è stata la volta del film “IL FIGLIO DELL’ALTRA” di Lorraine Lévy (Francia, 2012), in cui viene narrato lo smarrimento e la ricerca di un nuovo equilibrio di Joseph, diciotto anni, figlio di una coppia israeliana di Tel Aviv, e di Yacine, figlio di una coppia palestinese di Ramallah. I controlli sanitari di Joseph, che si appresta a fare il servizio militare obbligatorio, fanno scoprire che il suo gruppo sanguigno non è compatibile con quello dei genitori. È stato scambiato, infatti, per errore da un’infermiera con il figlio della coppia di palestinesi. Una scoperta che sconvolge le vite dei due giovani e delle loro famiglie. Due mondi opposti e ostili sono costretti a comunicare, a conoscersi, a scendere a patti, a cercare una soluzione.
“PARADISE NOW”, forse il film palestinese a oggi di maggior successo, racconta la storia di due giovani amici di Nablus che sono reclutati come kamikaze e imbottiti di esplosivo per un duplice attentato suicida al di là delle linee israeliane. È un film che ci fa capire come si può “costruire” senza eccessive difficoltà un kamikaze in quel contesto socio-politico-culturale partendo da due giovani che non sono neanche particolarmente orientati né politicamente né religiosamente. Molto positivo è il personaggio femminile, Suha, figlia di un famoso eroe palestinese e fidanzata di Khaled, la quale, accortasi di quello che il suo ragazzo sta per fare con l’amico Said, tenta in ogni modo di dissuaderli e di far prevalere il suo punto di vista, cioè che gli attentati con uomini-bomba servono solo a rendere peggiore la vita di chi è rimasto indietro e che la lotta per l’integrazione tra israeliani e palestinesi, entrambi cittadini dello stesso stato, deve seguire strade diverse da quelle insanguinate, quali sono quelle civili del confronto, della comprensione e dell’accettazione reciproca.