Come si fa a chiamare “madre” una bomba? È vergognoso!

Tra bambini bombardati e sgozzati, migranti, lavoratori a nero, donne vittime di violenze e sfruttamento ed un Creato sempre più maltrattato, è ormai chiaro che “sta crescendo, tra di noi, la cultura della distruzione”. C’è del rammarico nell’analisi, cruda ma realistica, che Papa Francesco fa della realtà di oggi nel colloquio, in Aula Paolo VI, con circa settemila ragazzi delle “Scuole della Pace”, di tutta Italia. Un’iniziativa, questa, promossa dal Ministero della Pubblica Istruzione, in collaborazione con il Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede.  
Bergoglio risponde a braccio ai quesiti dei ragazzi e delle ragazze che gli domandano il perché di tante guerre e di tante ingiustizie. La maggior parte di loro sono poco più che adolescenti, che accolgono il Pontefice con striscioni, con simboli della Pace e domandano l’ormai rituale “selfie”. Ma Francesco vi interloquisce come con adulti, per aprirgli gli occhi sull’andamento, certamente negativo, del mondo odierno. Ad esempio, confida di essersi profondamente “vergognato” nel sentire il nome dato alla MOAB, la “superbomba” sganciata un mese fa dall’aviazione americana sull’Afghanistan. “L’hanno chiamata la madre di tutte le bombe”. “La mamma dà vita, questa dà morte e noi diciamo mamma a quell’apparecchio? Mi sono vergognato…”, confessa.  
Il Papa denuncia che sta crescendo tra noi la cultura della distruzione e sottolinea il dramma dei migranti. Lo definisce “la tragedia più grande dopo la Seconda Guerra mondiale”, anche a detta degli stessi sociologi. Evidenzia che stiamo vivendo un mondo in guerra. “Si bombarda e se ci sono sotto malati, bambini, questo non importa, quello che conta è la bomba!.  A un certo punto non so cosa succede: si distrugge tanto”, e racconta che la lotta fratricida è cominciata con la gelosia di Caino. “Ma questa crudeltà”, annota il Papa, “sembra crescere sempre di più. La vediamo nella tv, tutti i giorni. Abbiamo visto sgozzare i bambini”.   
Francesco si dice poi altrettanto sgomento per “altri affari con i quali il mondo guadagna oggigiorno. Parla dello sfruttamento del lavoro minorile, del traffico d’armi, dello spaccio di droga, del commercio di esseri umani, di bambini e di donne che vengono vendute per essere sfruttate. “Questi sono affari che aiutano il dio denaro a crescere. È questo che domina il mondo”, afferma Papa Francesco, “e tutto ciò avviene anche qui, in Europa, in Italia e si chiama peccato mortale”.
Con simile durezza, Bergoglio torna poi a stigmatizzare il terrorismo delle chiacchiere. La chiacchiera è come una bomba che esplode e uccide. “Mordetevi la lingua. Soffrirete un po’, si gonfierà la  vostra lingua ma guadagnerete di non essere terroristi. E’ora di smetterla con gli insulti e con la litania delle parolacce. Insultare è ferire, fare una ferita al cuore dell’altro”, ammonisce Papa Francesco. E cita, come esempio, il recente dibattito in Francia tra i due candidati all’Eliseo, Marine Le Pen ed Emmanuel Macron. “Non lo dico come Papa, ma come una persona che ha sentito cosa è successo in un dialogo preelettorale: dove era il dialogo lì? Si buttavano solo delle pietre!”  
Per Francesco la causa di tanti atteggiamenti sbagliati risiede nell’educazione che non indirizza più “alle virtù della mitezza, della pace, della tranquillità”.Per questo, ribadisce la necessità di “rifare un patto educativo tra famiglia, scuola e Stato”.   
Negli interventi di Papa Francesco non manca lo spazio per incoraggiare la cura del Creato. “Noi stiamo distruggendo il Creato, il regalo più prezioso che ci ha dato Dio”, chiosa il Papa senza mezzi termini, “il consumismo ci porta a questo, allo sfruttamento della Terra». “Oggi non puoi mangiare una mela senza togliere la buccia, a causa dei pesticidi. E succede che i medici consigliano alle mamme di non dare pollo di allevamento ai bambini perché creano loro uno squilibrio ormonale. Le mamme sono preoccupate. E cosa succede nella Terra dei Fuochi? Cosa succede nel Mediterraneo dove la quantità di plastica è il quadruplo del massimo tollerabile?  Non stiamo solo sporcando il Creato, lo stiamo distruggendo. Ma non rassegnamoci!  Io mi  arrabbio! Rassegnazione è parola proibita per noi, dobbiamo andare avanti, lottare con creatività”, raccomanda il Papa. E, guardando in effetti all’impegno politico, dice: “Sapete cosa ho pensato? Ho pensato alla grande Mina, quando cantava “Parole, parole, parole”.

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