Il Foscolo presenta un interessante libro di Scrittura creativa
Sarà presentato sabato 27 maggio, presso l’aula magna dell’ISISS “Foscolo” di Teano un interessante libro di Scrittura creativa. Il libro. che presenta sulla copertina il volto di Teano, filosofa greca del VI secolo, emblema della donna sapiente e moglie del grande matematico Pitagora, raccoglie racconti scritti a più mani da bravi alunni delle scuole medie e delle scuole superiori. Dopo la prefazione del Preside del Foscolo Paolo Mesolella ed il prologo delle docenti di Italiano che lo hanno realizzato, Genovina Palmieri, Giuseppina Faella e Antonio Migliozzi, si leggono, d’un fiato, i due racconti “Spero di amare un sogno” e “Le avventure di Amin”. Il primo, dopo l’incipit di Annachiara Razzino, studentessa universitaria; presenta contributi degli alunni del Foscolo, della Scuola Media “Solimene” di Sparanise e della Scuola Media “Laurenza” di Teano”. Il secondo, invece, dopo l’incipit di Antonia Cerullo, dottoranda in studi storici e filologici medievali, presenta contributi degli alunni della Scuola Media “Laurenza” di Teano e della Scuola Media “N. Amore” di Roccamonfina. “Leggere (o scrivere) un racconto, guardare (o disegnare) un paesaggio,- ha scritto il preside Paolo Mesolella nell’introduzione, ogni tanto fa bene allo spirito: perché la luna esiste ancora, esistono le stagioni, esiste l’amore, esistono la fede, la bontà e la speranza nel mondo. Ecco perché ci piace presentare questo esile libretto di racconti scritti a più mani dagli alunni del Foscolo e delle Scuole Medie di Teano, Sparanise e Roccamonfina, nell’ambito del nostro progetto di “Scrittura Creativa”. L’idea è stata quella di sensibilizzare i nostri alunni all’amore per la lettura e la scrittura. Di questo ringrazio i professori di Lettere del Liceo Scientifico Palmieri, Faella e Migliozzi che hanno promosso l’iniziativa, perché ancora credono come me nell’importanza della scrittura.” Da parte loro i curatori dell’antologia si sono trovati di fronte a cose di cui non siamo, ormai, più abituati: la spontaneità, l’intraprendenza, la capacità di meravigliarsi e di entusiasmarsi. “Con leggerezza – hanno scritto nel prologo – i nostri alunni ci hanno permesso di entrare in un mondo che noi abbiamo rimosso, presi come siamo dalla volontà di diventare padroni incontrastati di un mondo senza fine. E noi lo abbiamo fatto in punta di piedi, cercando di non urtare mai la loro sensibilità. Nel proporci le loro storie ci hanno chiesto di essere guida; abbiamo accolto la loro richiesta ma gli abbiamo detto che li avremmo lasciati liberi di pensare e di muoversi. Ci sentiamo soddisfatti del lavoro svolto e lo siamo ancora di più perché i ragazzi ci hanno chiesto di continuare. Hanno capito che la scuola non è luogo di ansia, di nevrosi, di soggezione, ma uno spazio aperto alla discussione, all’elaborazione e, perché no, anche al gioco (senza palla avvelenata)”.