Un test salivare per diagnosticare il morbo di Parkinson e dell’Alzheimer

I ricercatori dell’Università Canadese  Beaumont Research Institute hanno aperto la strada alla possibilità di avere un test salivare semplice per diagnosticare il morbo di Alzheimer. Tale ricerca è stata anche pubblicata sul giornale scientifico Journal of Alzheimer’s Disease. Questi scienziati hanno scoperto che all’interno della componente salivare dei malati di Alzheimer sono presenti sostanze che la caratterizzano ossia la presenza di livelli più elevati di metaboliti, mancanti nelle persone sane. La tecnica del test salivare è stata sperimentata su 82 persone, di cui 22 persone erano affette dal morbo di Alzheimer, 25 persone da declino cognitivo lieve e 35 persone erano sane. Con tale test si potrebbe seguire e tracciare la progressione del declino cognitivo dei malati alzheimeriani. Con questa tecnica anche la possibilità di utilizzare la saliva per trovare nuovi rimedi terapeutici che regolano la componente metabolica di tale malattia, ancora sconosciuta. In contemporanea un altro team scientifico, tutto italiano, coordinato dal Prof. Alfredo Berardelli dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, si è occupato della malattia del Parkinson con la scoperta anche qui di un test salivare molecolare poco invasivo e semplice. Infatti, tale studio si è concentrato sulle due forme della proteina α-sinucleina che nei neuroni di persone sane è presente in una forma non aggregata (monomero) mentre nelle persone affette dal morbo di Parkinson questa proteina si comporta in modo anomalo con l’aggregazione delle singole unità monometriche, formando aggregati detti “oligomeri” che sono altamente tossici per le cellule. Inoltre, mentre il rapporto tra oligomeri e monomeri è in equilibrio nei soggetti in condizioni normali con una perfetta correlazione lineare, questo rapporto di equilibrio tra le due forme della proteina α-sinucleina non si ha con un marcato aumento della forma aggregata ossia oligomerica e una diminuzione della forma non aggregata della proteina. Questo test indolore e poco invasivo  potrebbe sostituire la metodica dolorosa  della puntura lombare per ottenere il liquido cerebrospinale rappresentando un altro passo in avanti per il raggiungimento di una diagnosi precoce di tale malattia.

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