Torna “Il Trionfo del Tempo e del Disinganno”

Per il XXIV anno consecutivo, e senza interruzioni, torna "Il Trionfo del Tempo e del Disinganno", il ciclo di musica medievale, rinascimentale e barocca itinerante in luoghi storici del territorio. Tutti i concerti di questa edizione saranno centrati sul confronto, nel corso di oltre 3 secoli di storia, tra due civiltà musicali: Napoli e Paris.
Il primo concerto della rassegna è previsto per Domenica 11 giugno 2016, in Sant'Agata de' Goti (BN), ore 18.45 nella “Sala Cinema Italia” (per la parte strumentale) e ore 19.30 nella Concattedrale di Santa Maria Assunta (a causa dell'indisponibilità della chiesa di San Francesco ancora oggetto di lavori di restauro):
Virtuosismi strumentali e corali tra Napoli e Paris nel 1700
Musiche di Porpora, Clerambault, Campra, Leclair, Ierace
L'esecuzione musicale sarà affidata ad un vasto organico (strumentale e vocale):
Vincenzo Varallo violino solista Luigi Varallo violoncello solista
Cappella Vocale e Strumentale "I Musici di Corte"
ingresso libero.
L'evento è organizzato da Associazione Culturale “Ave Gratia Plena” e Associazione Culturale “Francesco Durante”, con il patrocinio e il supporto organizzativo del Comune di Sant'Agata de' Goti e la collaborazione della Parrocchia di Santa Maria Assunta (Concattedrale) di Sant'Agata de' Goti. Nonostante la sostanziale unità culturale, durante il periodo barocco l'Europa musicale conobbe declinazioni fortemente differenziate a scala nazionale. Certamente Paris fu il centro propulsore di quelle “galanterie” (legate ai ritmi di danza) che connotarono in ogni stile nazionale sia il repertorio strumentale sia quello vocale (profano e persino sacro). E anche Napoli fu “conquistata” dalla moda francese. Per contro, la vocalità napoletana, legata intrinsecamente alla lussureggiante produzione operistica, si diffuse in modo altrettanto esteso, giungendo a provocare la celebre querelle des bouffons (1752) tra i fautori del rinnovamento esemplato dalla celebre La serva padrona di Pergolesi (ma all'epoca orami vecchia di 20 anni!) e della tradizione sostenuta dai seguaci di Lully. La soluzione “napoletana” si basò sulla “trasparenza” delle relazioni armoniche, su melodie euoniche e di facile ascolto, su strutture formali brevi e “leggere” e, soprattutto, sull'approccio “sentimentale”, emotivo alla musica. La suntuosa scrittura francese mostrava si poneva agli antipodi (forse persino più dello stile tedesco) per strutture rigorose, esiti raffinati ma distanti, concettuali, anche quando collocate ai margini dello stile galante, come i brani in programma dimostrano con chiarezza. Tutto ciò diventa evidente all'ascolto dei brani in programma: sia di quelli solistici strumentali (di grande virtuosismo tecnico ed espressivo: il concerto per violino di Leclair e quello per violoncello di Porpora) sia di quelli corali (Clerambault, Campra, Ierace).

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