I diversi volti delle Olimpiadi

I Giochi olimpici nascono nell’antica Grecia, e precisamente a Ολυμπία, Olimpia, nel 776 a.C. In un primo momento questo evento ebbe un’importanza esclusivamente circoscritta alla città, ma col tempo è andato sempre più affermandosi, non solo da un punto di vista sportivo, ma anche politico, economico e religioso, e lentamente acquistò un ruolo molto importante in tutta l’Ellade.
Secoli più tardi le Olimpiadi moderne ripartirono nel 1896 nello stesso luogo in cui ebbero origine: furono un successo! All’avvenimento parteciparono più di duecentocinquanta atleti, e la manifestazione divenne così il più grande evento ginnico dell’età moderna.
I Giochi olimpici, però, non sono sempre stati un mero evento sportivo: con il passare del tempo hanno acquisito ampiamente valore politico e, talvolta economico-sociale, rendendo così la circostanza, in alcuni casi, una vera e propria macchina propagandistica, capace di far risaltare la forza di un paese in base ai risultati ottenuti nella competizione.
Talvolta non si è trattato più di un semplice confronto agonistico, ma sono state il palcoscenico su cui si sono “scontrate” le più grandi potenze mondiali, e le intuizioni de Lo spirito sportivo di orwelliana memoria sembrano trovare tristemente conferma.
Una delle nazioni che sfruttò maggiormente questa peculiarità fu la Germania nazista nel 1936. A convincere Adolf Hitler, da poco salito al potere, fu proprio il Ministro della propaganda tedesco, Joseph Goebbels, il quale illustrò al dittatore l’enorme occasione che gli si parava davanti. Iniziarono così i preparativi per una delle edizioni dei giochi più particolari della storia, che avrebbero dimostrato al mondo intero l’immensa potenza del popolo tedesco.
Nel 1972, durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera, attraverso la popolarità e la visibilità globale dell’evento, esse divennero lo scenario di uno degli attentati terroristici più atroci di cui l’uomo abbia memoria: l’organizzazione terroristica palestinese, denominata Settembre nero, prese in ostaggio una compagine di atleti israeliani, i quali morirono tragicamente in seguito ad un tentativo di liberazione da parte della polizia tedesca.
Ciò non può che far altro che farci comprendere, almeno in parte, l’influenza e la potenza che può assumere una manifestazione nata col semplice scopo di far gareggiare tra loro, in modo pacifico e in amicizia, popolazioni diverse ma accomunate dalla voglia di abbattere sovrastrutture e barriere di qualsiasi natura in nome del progetto meraviglioso dello sport.
 

 

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