Intervista a Pippo Franco

Creatività artistica, soprattutto espressa in riusciti ruoli comici, ed una ispirata filosofia di vita spiritualistica, si integrano ed alimentano reciprocamente nella vita e nelle opere di Pippo Franco, nome d'arte di Franco Pippo. Nato a Roma nel 1940,  attore comico di fama, in teatro e cinema, conduttore televisivo dai vasti successi, regista, musicista, regista, Pippo Franco è anche autore di diversi libri, ed ha a più riprese approfondito e maturato una ricerca evolutiva interiore di intenso spessore, che merita di essere meglio conosciuta, particolarmente esposta nel suo libro "La morte non esiste", pubblicato nel 2012. Un importante filo conduttore lega infatti le opere in cui Pippo Franco ha espresso il suo brillante talento e la sua intuizione dei significati più profondi della vita, che va molto oltre ciò che i cinque sensi umani possano percepire. Anche nel dialogo riportato, Pippo Franco sintetizza alcune di queste riflessioni, integrandole con alcune considerazioni in più. La sua concezione dello Spirito eterno, che muove i vari esseri ed anima e forgia l'Universo stesso, richiama, per molti aspetti, antiche scuole di pensiero: basti pensare alle mistiche, ma anche logico-analitiche, tesi platoniche e neoplatoniche sull' "anima del mondo", di cui le varie creature sono parte e singole espressioni, e per cui tutto è unitario, nel profondo; in effetti, non a caso, diversi filosofi cristiani avevano visto in tale concetto richiamata l'idea dello Spirito Santo, pur definito con un nome differente, per ragioni chiaramente cronologiche. Inoltre, le complesse, ed insieme limpide, analisi di Pippo Franco richiamano anche sviluppi nella conoscenza scientifica riguardo l'energia cosmica, indistruttibile, oltre che intuizioni che si cominciano a delineare in studi di fisica: lo spazio-tempo in quanto dimensione relativa a questa dimensione di esistenza, e non assoluta, più dimensioni di esistenza nel cosmo, materia ed energia, stati diversi di un'unica realtà (come ghiaccio ed acqua liquida), ed altri ancora. Del resto, nell'itinerario esistenziale di Pippo Franco sono stati numerosi gli episodi che hanno reso più piena la sua consapevolezza: ad esempio, attraverso le straordinarie prospettive di fede espresse dalla mistica cattolica Natuzza Evolo, riguardo cui vengono riportati, da molteplici testimoni, compreso Pippo, eventi sovrannaturali; pure in episodi, in superficie, più connessi alla quotidianità, però, Pippo Franco rintraccia, in modo perspicace, un senso più profondo, convincente e non scontato, evidente dopo una ulteriore evoluzione psicologico-spirituale. L'esperienza umana di Pippo Franco, peraltro, è quella di chi, pur avendo incontrato successi di ampio respiro e realizzazioni personali primarie, ha anche conosciuto profondamente il dolore: soprattutto nella tenera infanzia, orfano a soli sei anni dell'amato padre (che pure aveva manifestato talento artistico), oltre che per tante privazioni e difficoltà successive, ed in parte conseguenti. Tuttavia, tali dolori sono stati anche base per una maggiore forza interiore di Pippo Franco, convinto che, più che esseri umani in cerca di un'esperienza spirituale, si sia esseri spirituali alla ricerca di un'esperienza umana.

A. Ricciardi: “Lei si è espresso in brillanti ruoli comici, dimostrando ispirato talento artistico, attraverso cinema, teatro, televisione, canzoni, eppure è noto anche le sue ricerche spirituali ed esistenziali: in quali termini pensa che ci sia un filo conduttore tra tali aspetti della realtà, ed in che senso il comico può essere un modo per essere consapevoli degli aspetti drammatici della vita? Forse è anche un modo per esorcizzare e rendere la vita più vivibile? “

P. Franco: “La persona va vista nella sua interezza e non considerata per un solo aspetto. Per interezza intendo l’interezza dell’esistenza, compresi gli interessi che ogni individuo può avere. L’espressione dell’ironia parte dall’esperienza della sofferenza e costituisce l’esorcizzazione del dramma. L’uomo che ha trovato il suo vero se stesso vive in un mondo dove tutto è uno.”

A. Ricciardi:  “Può condividere qualche ricordo che le sia particolarmente caro e cui si senta più legato, a proposito di ruoli e persone della sua lunga e prestigiosa carriera nel mondo dello spettacolo? “

P. Franco: “Ho amato incondizionatamente tutti i ruoli dei personaggi che ho interpretato. Sono stati e sono parte di me e non ho mai fatto cose che non condividevo. Sono tutti figli ai quali ho consegnato le porte di casa e li amo tutti in ugual misura.”

A. Ricciardi: “Ha scritto ispirate ed intense parole sul suo modo di intendere la vita, espressione di un'essenza spirituale più ampia, da cui le varie individualità derivano e grazie a cui sono animate da una vita che non finisce con la morte, che "non esiste in senso assoluto", ma è passaggio, finestra su una dimensione di infinito, senza limiti temporali, che sono invece simbolo di questa dimensione di vita. Tale visione, in effetti, converge con antiche filosofie e con studi relativi alla fisica attuale sull'energia cosmica, e non solo. Può, magari, narrare qualche episodio che l'ha fatta sentire più consapevole e può  averla illuminata al riguardo? Penso, ad esempio, alla celebre sensitiva e mistica Natuzza Evolo, ma anche forse a possibili episodi meno noti… “

P. Franco: “Quando si parla della visione della vita nella sua completezza ci si riferisce a corpo mente e spirito.  Il mio percorso spirituale come quello di tutti coloro i quali si riconoscono sostanzialmente nella vita interiore, è talmente articolato che non posso soffermarmi su un singolo episodio. Ogni cosa, comprese quelle microscopiche che hanno lo stesso valore del macrocosmo dell’anima, è stata la pedina di un tassello in costante fibrillazione che ha alimentato le mie esperienze e la mia consapevolezza. Ora so che nella dimensione che vivo è il soprannaturale che fa le cose ed io non vado incontro ad esse ma sono loro che vengono da me.  In altri termini noi siamo concreatori con il divino della nostra esistenza. Quello che ho vissuto con Natuzza Evolo e tutti gli altri mistici che frequento, fa parte di una volontà superiore che ci forma e ci guida. Quando mi accorgo che un mio desiderio non fa parte del soprannaturale, quel desiderio mi scompare per fare posto al successivo. La bellezza dell’esistere sta nel continuo stupore di fronte all’esistenza quindi al Creato.”

A. Ricciardi: "Cosa si sente di dire, in particolare, a chi sul tema dell'Aldilà e della spiritualità è disperato, scettico, ed a chi rifugga queste tematiche (forse anche irrazionalmente) per timore dell'ignoto o del "non del tutto controllabile"?”

P. Franco: “In verità io mi rivolgo proprio a chi rifugge le tematiche del soprannaturale ma senza l’intenzione di convincere nessuno, nel senso che sarà il nostro sé spirituale a compiere l’eventuale miracolo. Diciamo che fra i distruttivi, i costruttivi e gli indecisi, io con la mia testimonianza, mi rivolgo a questi ultimi nella speranza di essere utile. Quella che propongo è decisamente la mia esperienza che cerco di disegnare nei suoi contenuti. Non uso mezzi termini perché quello che ho vissuto e vivo è ben delineato e non ho interessi diversi da quello di aiutare gli altri. Saranno poi loro a stabilire che posizione interiore prendere anche perché ognuno è medico di se stesso. Ma se si ha la consapevolezza che lo Spirito, questa volta con la esse maiuscola, è determinante per la nostra vita e che senza di lui non facciamo nulla di buono, allora il gioco è fatto.”

A. Ricciardi: " “C'è qualche particolare messaggio e progetto per il futuro, che vorrebbe trasmettere con più forza, riguardo cui può accennare ed anticipare di più durante questo dialogo?”

P. Franco: “I miei progetti sono sempre in movimento e ne parlo soltanto quando stanno per realizzarsi. Da un punto di vista temporale, il mio rapporto con quello che penso di fare si basa su passato, presente e futuro, considerati come una sola unità e l’attenzione a “qui ed ora” è rispettosa di quello che ho fatto, quello che sono e quello che farò.”

Introduzione e quesiti di Antonella Ricciardi; intervista ultimata il 12 settembre 2017

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