“I Colli Tifatini in fiamme – Cause, Prevenzione, Contrasto, Ripristino”
Martedì 03 ottobre 2017, alle ore 17:30, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Diocesana di Caserta, si terrà un’assemblea pubblica dal titolo “I Colli Tifatini in fiamme – Cause, Prevenzione, Contrasto, Ripristino”, organizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S.Pietro” in collaborazione con Legambiente Campania e Legambiente Caserta, e a cui hanno aderito l’Ufficio Diocesano della Salvaguardia del Creato, la Caritas Diocesana, le parrocchie dei colli tifatini, la Fondazione Ad Astra, l’Associazione “CasertAzione”, l’Associazione “S.Rufo rinasce”, il Forum Terzo Settore, il Centro Sociale “ex Canapificio”, il Liceo Artistico “San Leucio”, il Liceo “Manzoni”, l’ITIS “Giordani”, l’Associazione Genitori “A.GE” Caserta e la Pro Loco “Casali del Carolino”.
Dopo i saluti del vescovo di Caserta, S.E. Mons. Giovanni D’Alise, e gli interventi affidati a Nadia Verdile, Giornalista de “Il Mattino”, e Giovanni Fiorentino, Sentinelle del Creato, relazioneranno sul tema Raffaele Ruberto, Prefetto di Caserta, Antonio D’Amato, Procuratore Aggiunto S.M.C.V., Sergio Costa, Generale dei Carabinieri, Luciano Buonpane, Comandante Provinciale Vigili del Fuoco, Carlo Marino, Sindaco di Caserta, Domenico De Lucia, Protezione Civile Regione Campania, e Anna Savarese, Vicepresidente Regionale Legambiente.
A moderare, don Nicola Lombardi, Direttore ISSR “S.Pietro”.
I numeri dei roghi e degli incendi che hanno colpito l’intera nazione sono da devastazione. In soli sette mesi le fiamme hanno mandato in fumo circa 75.000 ettari di zone boschive (l’equivalente di più di 100.000 campi di calcio) pari al 156% della superficie bruciata nel 2016. Il trend è purtroppo in crescita inarrestabile. La Campania, terza nella classifica delle Regioni più colpite, ha bruciato più di 13.000 ettari di boschi e aree verdi e non sorprende che le quattro Regioni a tradizionale insediamento mafioso/criminale siano tra le prime sei posizioni. La città di Caserta, purtroppo, con 3.064 ettari bruciati, risulta la decima provincia in Italia (dati ISPRA Rapporto edizione 2017 al 26 luglio), un dato e un danno enorme.
Le cause degli incendi sono per lo più derivanti dalla volontà umana. Moventi criminosi intenti a colpire terreni che non si è riusciti ad acquistare, a ottenere coattivamente pascoli non concessi, o anche a forzare sulle assunzioni nella gestione, nella manutenzione, nella cura, nella prevenzione dei rischi dei boschi, nel loro controllo, o premere sulle assunzioni nel corpo dei Vigili del Fuoco, o sull’utilizzo di mezzi privati per spegnere un incendio, vista l’esiguità di quelli a disposizione dall’amministrazione pubblica. Insomma una serie di fattori delittuosi che speculano sull’ambiente, con tutti i rischi idrogeologici e di biodiversità che ne derivano, e lucrano sulla salute dei cittadini che, anche se lontani dagli incendi, subiscono loro malgrado il doppio inquinamento del territorio e dell’aria. Una prassi ormai annuale a cui una politica più attenta e seria insieme ad una cittadinanza più consapevole e presente devono mettere il prima possibile un freno.