Il Circo Orfei debutta in Città, vogliamo un circo senza animali

Il triste appuntamento con la sofferenza, il maltrattamento e l’alienazione degli animali nei circhi, questa volta si ripete ancora una volta a San Nicola la Strada. È imminente, infatti, l’attendamento in città di un famoso Circo dal 30 novembre 2017 all’11 dicembre 2017. Prima di continuare vorrei ribadire con fermezza il mio “NO” al circo con gli animali e chiedo a tutti i cittadini di contribuire a contrastare l’utilizzo di ogni tipo di esemplare di fauna detenuto in cattività a scopo ludico, scegliendo di non visitare i circhi o altri spettacoli con animali, per non essere complici di questa prigionia. Comprendo benissimo che quando si va al circo si è sempre carichi di aspettativa, tra una folla di bimbi e genitori, che spesso sono visibilmente più entusiasti dei figli di trovarsi lì. Lo sono stato anche io da bambino quando i miei genitori mi hanno portato al Circo, fino a quando ho preso contezza del fatto che per tutti questi animali la gabbia è una prigione a vita. Si potrebbe benissimo fare a meno degli animali; in pista dovrebbero esibirsi solo i trapezisti, il ventriloquo, i trasformisti, i clown, gli acrobati, i prestigiatori e tutti sarebbero felici di aver contribuito a “eliminare lo schiavismo degli animali”. È opportuno ricordare come l’utilizzo di animali nei circhi sia causa di traffici illegali, di nascite di cuccioli in cattività e di continui prelievi di specie protette dai loro habitat naturali. Queste creature, nate per vivere libere ed in luoghi consoni alla propria specie, vengono costrette con metodi di ogni tipo a comportamenti innaturali che rappresentano un vero e proprio maltrattamento. Nel nostro Paese non esiste alcuna limitazione all’uso di animali nei circhi. Si stima che nei tendoni italiani ne siano detenuti circa 2000, tra cui 250 grandi felini (leoni e tigri) e 50 elefanti, cifre elevatissime rispetto ad altri Stati. Inoltre l’Italia è l’unico Paese che finanzia con fondi pubblici questo tipo di “intrattenimento”, con uno stanziamento di circa 3 milioni di euro all’anno. La cui fonte sono le tasse pagate da tutti i cittadini. È ora che il nostro Paese, ancorato a una legge del 1968, segua l’esempio dei tanti stati che in Europa e nel Mondo hanno proibito o limitato i circhi con animali, iniziando finalmente la discussione in Parlamento delle proposte legislative, pendenti da più di un decennio, sulla indispensabile riconversione dei circhi in spettacoli veramente culturali e rigorosamente senza animali.

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