Benedizione delle bandiere

Il Vessillo delle Due Sicilie, la nostra Bandiera, è un Simbolo identitario diverso dalla altre bandiere. Oltre alla storia che dal 1130, nascita dello Stato, viene in esso rappresentata dalle “armi delle dinastie” che si sono susseguite, è di fatto un Simbolo Sacro.
Nell’antica tradizione di consacrarlo sull’Altare del Signore, quest’anno la Fondazione Francesco II ha promosso la S. Messa delle Bandiere a Bari, secondo il calendario allegato.
Va detto che oramai è diventata tradizione che la grande Bandiera benedetta nella Santa Messa dell’8 dicembre, venga poi issata sul pennone di Gaeta nel raduno identitario che si tiene ogni febbraio.
Scrive Don Luciano Rotolo:
In occasione della Festa Nazionale dell’8 Dicembre in tutto il Regno e, particolarmente nei distaccamenti militari e della Marina, si teneva una particolare celebrazione: la benedizione delle bandiere. Il capitano Alessandro Romano tempo fa mi riferì di una tradizione orale trasmessa dal sacerdote patriota don Paolo Capobianco relativa alle modalità con cui avveniva questo rito di benedizione risalente a Re Luigi, il Santo di Francia. Le bandiere e i vessilli, in particolar modo quelli nuovi, venivano usati come tovaglia d’altare per la celebrazione della S. Messa: in questo modo si sottolineava il fatto che la Bandiera come la Patria era sacra e consacrata a Dio; inoltre si ribadiva la natura cattolica della Nazione Napolitana. Con la celebrazione della Messa le bandiere diventavano sacre e in nessun modo potevano toccare terra o dovevano finire in mano a eventuali nemici. Infatti durante l’aggressione ai nostri danni ad opera del Piemonte nel 1860, nessun vessillo cadde in mano ai nemici garibaldini e piemontesi: le nostre truppe preferirono tagliarle a piccoli pezzi che, distribuiti tra tutti i soldati, venivano inghiottiti vivendo così una sorta di “comunione” con la Patria sulla falsariga della comunione eucaristica sacramentale. Le bandiere delle Due Sicilie che si trovano oggi nei vari musei del cosiddetto risorgimento altro non sono che delle volgari copie: ciò avvenne grazie alla fede di questi giovani militari che avvertivano la sacralità della Patria.
Di tutte queste tradizioni purtroppo, non è rimasta memoria viva nelle popolazioni che costituivano l’antico Regno delle Due Sicilie.
Ancora una volta  il vuoto culturale e, soprattutto, la deliberata tabula rasa e damnatio memoriae per tutto ciò che è borbonico, hanno contribuito anche in questo caso  ad eliminare dalla coscienza questo profondo legame con l’Immacolata che caratterizzava le nostre popolazioni.
Solo la tradizione liturgica e popolare, ancora oggi attiva in tutti i paesi del sud in occasione dell’8 Dicembre, mantiene viva e racconta la storia di un popolo e di una nazione che si era identificato come la “stirpe di Maria”. Ci ritroveremo a Bari, nella Chiesa di San Giuseppe del Borgo Antico e, poi, a febbraio a Gaeta dove la nostra Sacra Bandiera sarà issata sul pennone della gloriosa Batteria Carlo V con tutti gli onori che merita. I Comitati Due Sicilie chiamano a raccolta i loro soci e i simpatizzanti CDS invitandoli a essere presenti.

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