La tregua olimpica
Lo sport non è solo un insieme di regole che danno vita a divertimento, competizione e sano agonismo; lo sport è celebrazione, confronto pacifico, peso politico; ed è sempre stato così. E’ noto che nella Grecia antica, durante i Giochi che ogni quattro anni si svolgevano ad Olimpia, vigesse una tregua che durante la manifestazione vietava il proseguo dei conflitti tra le poleis elleniche (che erano molto frequenti all’epoca). La celebrazione delle Olimpiadi erano il simbolo di un mondo unico, unito nelle tradizioni, nella lingua, nella cultura e nello sport. Nel 1896 sono nate le Olimpiadi moderne grazie a Pierre de Coubertin, che si proponevano di unire e il mondo grazie alla forza coesiva dello sport. Ma nel corso del Novecento furono i due conflitti mondiali a fermare la celebrazione olimpica, che ha assunto poi anche tratti terribilmente propagandistici (basti ricordare le Olimpiadi di Berlino ’36, trionfo nel mondo della Germania hitleriana) e politici (si ricordino le Olimpiadi di Mosca del 1980, boicottate dagli Stati Uniti e dai Paesi Occidentali e, di conseguenza, i Giochi di Los Angeles 1984, boicottati a loro volta dai Paesi comunisti). el corso degli ultimi Giochi di Rio de Janeiro (2016) ha suscitato molto entusiasmo il selfie tra le due atlete di volteggio Hong Un Jong (Nord Corea) e Lee Eun-ju (Sud Corea), due campionesse di due nazioni così vicine ma così lontane tra di loro, che da sessantatre anni conducono una spietata e pericolosa dialettica, che minaccia la stabilità dell’Estremo Oriente. Proprio i Giochi Olimpici stanno finalmente portando ad un dialogo tra le due Coree che mancava da due anni. Infatti, dal nove al venticinque febbraio si svolgeranno i Giochi Olimpici Invernali di Pyeongchang, in Sud Corea. Il Comitato Olimpico nordcoreano ha richiesto (e, a meno di clamorosi dietrofront, ottenuto) la partecipazione ai Giochi di due atleti nel pattinaggio, aprendo così quello che il dittatore nordcoreano Kim Jong-un ha definito un “dialogo di alto livello” tra le due nazioni nel corso del suo consueto discorso di fine anno. Da canto suo, il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha sospeso le esercitazioni militari congiunte con le forze statunitensi, organizzate in risposta ai test nucleari della Nord Corea nel corso degli ultimi anni. Dopo un 2017 pieno di tensioni, battibecchi ed episodi pericolosi, le sensazioni nel 2018 sono più che positive; solo il tempo ci dirà se il colloquio che si terrà il prossimo nove gennaio sarà solo un contatto limitato oppure l’inizio di una soluzione di pace tra le due nazioni, che renderebbe certamente il mondo più sereno.