Mosca risponde a Londra

Nuovi sviluppi, sulla vicenda della ex spia russa avvelenata, con la figlia, nel Regno Unito, che ha determinato tensioni fra Occidente e Mosca. La Russia espellerà  ventitrè  diplomatici britannici. La decisione è stata notificata all’ambasciatore del Regno Unito, Laurie Bristow.
Il Ministero degli Esteri russo ha fatto sapere, in una nota, di aver dichiarato “persone non grate”, questi funzionari, di cui pretende l’uscita dal Paese entro una settimana. Inoltre, Mosca ha ritirato il suo consenso all’apertura del consolato generale britannico a San Pietroburgo e interrotto le attività del British Council, sul suo territorio, “a causa dello status non ancora definito”, come comunicato dall'Agenzia Itar-Tass.
Si tratta della risposta russa, alle misure annunciate dalla Premier Theresa May, tra cui l’allontanamento di altri ventitrè diplomatici russi, ritenuti agenti dell’intelligence e collegati all’avvelenamento dell’ex spia, Serghei Skripal e di sua figlia.
 Il caso di Skripal si incrocia, seppure senza un legame diretto, con quello di Nikolai Glushkov, sodale sessantanovenne dell’oligarca ribelle Berezovski, trovato morto lunedì nel suo lussuoso rifugio londinese e sulla cui fine la polizia britannica ha deciso di aprire un fascicolo per omicidio. Sul collo di Glushkov, come risultato dall’autopsia, erano presenti “segni di pressione”, compatibili cioè con uno strangolamento. E di “soffocamento” aveva scritto, riportandolo da amici dell’esule che ne avevano visto il cadavere, il quotidiano russo Kommersant.  l metodo usato per uccidere Glushkov, dunque, sarebbe stato brutale, più di quello sofisticato utilizzato contro Skrypal e la figlia Yulia. Anche perché sembra emergere che il gas nervino, utilizzato per avvelenare i due malcapitati, fosse nascosto nella valigia di Yulia.
Ne sono convinte le agenzie dei servizi inglesi, citate dal Daily Telegraph, che il quotidiano indica fonti di alto livello. Gli investigatori stanno lavorando sulla teoria che la “tossina Novichock” sia stata usata per impregnare un indumento, un cosmetico o un regalo dato alla giovane russa, prima della sua partenza da Mosca per la Gran Bretagna. Una volta aperta la valigia nella casa del padre, a Salisbury, il gas nervino li ha avvelenati entrambi. 

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