Con la radiologia interventistica terapie mini-invasive per il trattamento dei tumori
Esiste una quarta via, ad altissimo contenuto tecnologico, per il trattamento dei tumori che si affianca alle strategie terapeutiche tradizionali (chirurgia, chemioterapia e radioterapia): la radiologia interventistica.
La Casa di Cura “San Michele” di Maddaloni (CE) ha allestito con nuove apparecchiature d’avanguardia una sala esclusiva per la radiologia interventistica, affidandola al dr. Renato Regine, che specifica: «sono procedure minimamente invasive, guidate dall’imaging, che permettono di trattare anche tumori di grandi dimensioni o localizzati in luoghi difficilmente raggiungibili. Un esempio di radiologia interventistica è la Termoablazione che, sfruttando il calore generato da fibre laser o da onde di radiofrequenza, permette di trattare neoplasie primitive o secondarie a sede polmonare, epatica e renale».
Le embolizzazioni e le chemioembolizzazioni rappresentato un altro approccio importante per il trattamento mini-invasivo di formazioni nodulari sia benigne che maligne. Con l’embolizzazione la neoplasia viene privata dell’indispensabile apporto ematico (attraverso l’utilizzo di “palline” similPVC che, espandendosi nel lume del vaso, lo occludono), determinandone un blocco immediato della crescita. Nella chemioembolizzazione queste “palline” veicolano chemioterapici, ottenendo oltre all’effetto occlusivo del vaso anche quello distruttivo della neoformazione, con il vantaggio che il chemioterapico si concentra nel nodulo, preservando tessuti e organi sani, riducendo drasticamente gli effetti collaterali della chemioterapia sistemica e ottenendo maggiori effetti distruttivi delle lesioni; gli organi che si possono trattare con la chemioembolizzazione sono soprattutto il fegato, il rene, il pancreas, la vescica e le ossa.
Alla “San Michele” sono stati trattati con successo metastasi polmonari ed epatiche, ma sono stati embolizzati anche miomi uterini e altri tipi di neoplasie, senza tagli chirurgici e con approcci terapeutici sempre più personalizzati. Con la radiologia interventistica è infatti possibile una strategia non solo multidiciplinare, ma anche multimodale, in quanto le tecniche possono essere utilizzate, oltre che in combinazione con gli interventi tradizionali, pure in combinazione fra loro per conseguire il miglior risultato.
«La minima invasività e l’assenza di effetti collaterali – sottolinea il dr. Regine – può consentire alla radiologia interventistica il trattamento in pazienti che vengono esclusi da altre terapie per condizione generali scadute e per la presenza di importanti comorbilità; inoltre un minor tempo di degenza e un precoce ritorno alla vita normale, la sua efficacia e sicurezza la rendono spesso un trattamento ideale in numerose patologie».
Il radiologo interventista è una figura mista in grado non solo di eseguire la procedura ma di interagire con i pazienti e il medico specialista (oncologo, ginecologo, chirurgo, etc.) per garantire l’assistenza ottimale ai pazienti. Tutte le procedure vengono effettuate per lo più in anestesia locale e in regime di ricovero a totale cardico del SSN.