Finita l’attesa! Il docufilm TERRA BRUCIATA nelle sale dal 19 aprile

Dopo una lunga attesa, che ci ha però regalato l’intensa emozione del desiderio, dal 19 aprile “sbarca” finalmente al cinema il docufilm TERRA BRUCIATA di Luca Gianfrancesco. Il lungometraggio, che riporta fedelmente i tragici momenti della ritirata nazista nell’alto casertano, in particolar modo quelli di Conca della Campania dove furono trucidati 19 civili innocenti, annovera un cast d’eccezione tra cui spiccano i nomi di Arturo Sepe e Lucianna De Falco, nonché la produzione di Mediacontents e la distribuzione dell’Istituto Luce. Gli eventi, raccontati in modo scientifico grazie alla consulenza storica di ricercatori del calibro di Giuseppe Angelone e Giovanni Cerchia, si concentrano sulla brutale occupazione del territorio che l’esercito tedesco, dopo l’8 settembre, mise in essere in tutta la Campania centrosettentrionale. Durante questa terribile fase della Seconda guerra mondiale, con gli Alleati alle spalle, i nazisti iniziarono una ritirata fatta di devastazione e soprusi per rallentare il nemico e punire i traditori italiani iniziando, purtroppo, anche la sperimentazione delle prime gravi stragi ritorsive per spegnere sul nascere i chiari segni di insofferenza del nostro popolo verso i veri artefici della tragedia bellica mondiale. Dopo le Quattro Giornate di Napoli, prima città a liberarsi autonomamente dal giogo tedesco, anche a Riardo, nell’alto casertano, i partigiani riuscirono a cacciar via il nemico combattendo armi in pugno, mentre le istituzioni e gli abitanti di Tora e Piccilli, con il silenzio, nello stesso periodo salvavano una cinquantina di ebrei dalla deportazione. È proprio da questa insubordinazione, da questa voglia di riscatto del popolo del sud, ignobilmente considerato per lungo tempo estraneo ai fatti della resistenza, che nasce la tragedia dell’assassinio, ad esempio, del padre della coraggiosa Graziella di Gasparro, una delle fondamentali testimoni che compaiono nel docufilm per raccontare con attenzione, pathos e lucidità eventi che a lungo sono stati colpevolmente dimenticati dallo Stato per ragioni politiche e diplomatiche fino alla scoperta del famoso “armadio della vergogna”. Un plauso, quindi, ai ricercatori e al regista Luca Gianfrancesco per aver ulteriormente contribuito a far luce sul più complicato periodo della storia d’Italia e, soprattutto, della dimenticata provincia di Caserta. Giustizia è finalmente fatta anche grazie al cinema. Il film vi aspetta in tutte le sale. Non mancate!

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