Frigo rumoroso, chiusura coatta

Frigo rumoroso, chiusura coatta. Continua il braccio di ferro fra i titolari di un noto supermercato e la proprietaria di un contiguo appartamento, che ha gradualmente coinvolto l’autorità sanitaria, la polizia municipale e la stessa amministrazione comunale in seguito al lamentato schiamazzo prodotto dai motori di alcuni frigoriferi industriali, a quanto pare ubicati in un’area condominiale e dei quali, in seguito all’accertato inquinamento acustico, era stato imposto la tempestiva riduzione dello stesso nei limiti previsti dalla vigente normativa, in via propedeutica alla presentazione di un piano di definitiva bonifica ambientale. Non essendo stato ottemperato alla sostituzione di due dei tre ventilatori con altrettante unità moto condensanti silenziate da apporre accanto all’ingresso del supermercato, come previsto dal piano, giusti sopralluoghi della polizia municipale, il Comune ha reiterato l’ordine, stavolta perentorio, di spegnere entro cinque i motori “incriminati” e limitare per conseguenza il quantitativo di prodotti surgelati detenuti per la vendita, Da successivi controlli, pare conseguiti a nuove doglianze della vicina, tuttavia, la stessa polizia locale ha rilevato l’inosservanza dei vari ordini e, quindi il persistente inquinamento acustico, sicché il sindaco è stato costretto a disporre entro tre giorni la chiusura dell’esercizio fino all’adempimento del piano di bonifica necessario a riportare il rumore nei limiti di legge, preavvisando, in caso d’ulteriore inottemperanza, la denuncia dei trasgressori all’autorità giudiziaria. Stavolta, però, avvalendosi di un’espressa facoltà riportata in calce al provvedimento notificato, il titolare della ditta avrebbe deciso di adire le vie giudiziarie, incaricando un legale di produrre ricorso al TAR, tribunale amministrativo regionale, sicché ora la guerra della refrigerazione si sposta nelle aule di giustizia, per definizione accaldate e dove, di questi tempi, un maggior refrigerio sarebbe gradita ancorché rumoroso. 

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