CAIAZZO Pu? vantare la primogenitura del famoso incontro di Teano?

Il professor Letterio Bruguglio dell?Universit? di Padova:
?A Caiazzo l?incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele III?
Il celebre ?Obbedisco? secondo lo storico sarebbe stato pronunciato dal generale presso Caiazzo
Vittorio Emanuele III re d?Italia e Giuseppe Garibaldi non s?incontrarono a Teano! Una clamorosa bufala, boutade, provocazione architettata dai locali amministratori per promuovere turisticamente un?altra cittadina campana? Sembra proprio di no, almeno a quanto affermato non da un mitomane, ma dal professore emerito Letterio Briguglio, docente universitario di storia contemporanea presso l?Ateneo di Padova. L?incontro, in ogni modo fatidico, fra Garibaldi ed il re Vittorio Emanuale III?; il famoso ?obbedisco?, dal generale sarebbe stato profferito non a Vairano Scalo, Teano, Caianello o Taverna Catena ma presso Caiazzo o, meglio, ancor prima: nei pressi del monte Croce e quindi di Caiazzo. Dubbio che negli anni ottanta assill? lo storico Briguglio dell?Universit? di Padova, che si fece scrupolo di segnalare al sindaco dell?epoca Giuseppe Cervo le risultanze dei suoi circostanziati studi, che portavano all?indiscutibile conclusione: l?eroe dei Due Mondi e il monarca s?incontrarono presso Caiazzo. Perch?? Perch? ci? risulta dal diario di guerra del generale Menabrea, ma non solo, com?ebbero modo di verificare negli anni ?80 i numerosi invitati e partecipanti ad altro incontro che i caiatini avrebbero potuto far imprimere indelebilmente nella storia locale e nazionale. Ora tornati all?attacco: quello fra il professore Briguglio, autorit?, storici, studiosi e docenti locali, il presidente (allora come ora) della societ? di Storia Patria Aniello Gentile (unico che sembr? piuttosto scettico). Mancava un?ultima verifica, anche a non voler scendere in polemica con altri contendenti, a riprova di una teoria comunque credibile insieme ad altre: prima che a Caianello, o a Vattelapesca, il Re e il Generale fecero comunque una prova generale di s? importante incontro, che non poteva certamente essere lasciato all?improvvisazione. Ebbene, quel primo incontro, all?alba del 26 ottobre 1860, si tenne proprio nei pressi di Caiazzo. Per averne conferma sarebbe bastato organizzare una cavalcata attraverso il percorso campestre gi? individuato dagli studiosi, il che comunque non sarebbe costato molto. Purtroppo la prova non si ? mai fatta e finora il progetto ? rimasto per circa vent?anni chiuso in chiss? quale cassetto, rischiando di passare direttamente nel dimenticatoio. Scoperta ora riportata alla luce da ?indomiti? caiatini che non hanno mai accantonato la rivendicazione del primo incontro fra il generale Garibaldi ed il re Vittorio Emanuele III, avvenuto esattamente centoquarantacinque anni addietro, per la cui primogenitura, invece, continuano ad ?accapigliarsi? studiosi e campanilisti di Teano, Variano Scalo o Caianello. ?L?aspetto sconcertante della vicenda -sottolinea il professore Pasquale Cervo, caiatino doc- sta nel fatto che un diario di guerra, commentario, scritto non da un qualsiasi partecipante ma dall?aiutante di campo del Re, generale Menabrea, abbia dovuto attendere oltre un secolo per affacciarsi tra i documenti della storia. E se il professore Letterio Briguglio non l?avesse riportato alla luce, probabilmente nessuno pi? ci avrebbe pensato. Non ricordo pi? quante autorit? il 24 ottobre 1987 parteciparono alla riunione col professor Briguglio, che venne a Caiazzo per rendersi conto anche fisicamente dei luoghi sacri alle patrie memorie, egli che, rileggendo il diario del generale Menabrea, aiutante di campo del sovrano, aveva scoperto che l?incontro di quei due illustri personaggi era avvenuto presso Caiazzo (testualmente ?a poca distanza da Caiazzo, alle pendici del monte Croce?) come, in francese, stava scritto l? dentro. Il professor Briguglio- continua Cervo- cerc? inutilmente di penetrare nell?ostinato e quasi astioso muro di gomma che gli opposero, ricordo come fosse oggi, il professor Aniello Gentile e il decano dei giornalisti casertani, Scialla, in nome della tradizione ufficiale che aveva invece consacrato Teano come luogo del famoso saluto di Garibaldi.Tentai inutilmente anch?io di sollevare il dito in quell?occasione: volevo dire soltanto che, forse perch? Teano fa rima con mano mentre Caiazzo non offre assonanze oneste, quelli che dopo le vicende belliche, senza aver mai visto neanche da lontano un combattimento, n? conosciuto il puzzo della polvere da sparo, n? guardato negli occhi morti e feriti, n? sentito il pianto delle madri, sono, perci? stesso, autorizzati a mistificare la storia, presentare la versione espurgata dei fatti. Ne deriv? che il nostro nobile paese, dopo la prima sconfitta relativa ai natali di Pier delle Vigne, ne dovette soffrire un?altra, ancora pi? grave. In uno dei miei ultimi esami cosiddetti di maturit? (a Torino, al Curie), trovai un collega, commissario di Storia e Filosofia, della provincia d?Isernia, meridionale come i tre quarti della popolazione piemontese. Quando seppe che venivo da Caiazzo: ?come mai -mi chiese- voi non fate niente per rivendicare l?incontro di Garibaldi e Vittorio Emanuele?? Non so risposi umilmente. ?Io sono convinto -aggiunse-, che quella di Teano ? fama usurpata?. Ed il giorno dopo mi port? alcuni libri di testo (scolastici) dove c?era scritto chiaro e tondo com?erano andate le cose?- le parole conclusive del docente caiatino. Una partita -tra Caiazzo e Teano- tutta da giocare?

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