Dodici giovani bellonesi nella guerra di Russia
Durante il secondo conflitto mondiale dodici giovani bellonesi furono chiamati alle armi. Dopo un periodo di addestramento, presso la sede destinata, furono assegnati al Corpo Italiano Spedizione in Russia ( C.I.S.R.). Per i familiari fu una terribile notizia poich? sapevano a quali rischi e a quali sacrifici sarebbe stati esposti i loro figli: freddo intenso ( dai 30 gradi, ai 40 sotto zero), fame, malattie e privazioni di ogni genere. Nei primi mesi di lontananza ci fu uno scambio intenso di corrispondenza, poi?.nulla pi?! E questo silenzio dura tuttora! Dei dodici giovani bellonesi uno soltanto ritorn? a casa e, quel giorno del lontano 1945, in via Mazzini, accorsero parenti ed amici ansiosi di riabbracciare il giovane Eugenio Salerno, uscito vivo dalla sanguinosa battaglia sul fiume Don. Sulla soglia del portone di casa erano ad attenderlo i fratelli Andrea ed Alfonso, suo padre Carmine e sua madre Marianna Parillo che, facendosi largo tra la folla, corse incontro al suo adorato figlio dicendo: ? Figlio mio, finalmente sei tornato! Adesso posso morire in pace!?. Non trascorse un anno e la buona Marianna lasci? questa vita. Alcuni anni fa, dalla Russia, ritornarono a Bellona i resti mortali di tre militari : Silvio Di Rubbo, Giovan Battista Sgueglia e Antonio Scialdone. Le urne furono accolte in Bellona, in Largo Santella, dalle Autorit? Civili e Religiose e da una moltitudine di cittadini. In chiesa il parroco Don Antonio Iodice celebr? una S. Messa di ringraziamento, nella speranza di poterlo fare anche per gli altri rimasti lontano. Sono trascorsi diversi anni e nulla ? stato fatto per far si che gli altri otto figli di Bellona ritornino nel loro paese natio, un ritorno che colmerebbe il vuoto e concederebbe ai familiari di portare un fiore sulla loro tomba. I militari che ancora non hanno fatto ritorno a Bellona dalla Russia sono: I fratelli Gennaro e Raffaele Addelio, Alessio Aurilio, Domenico Cafaro, Alessandro Casale, Giacomo Marcello, Salvatore Plumitallo e Pasquale Pezzulo. Un altro ritorno che suscit? la gioia dei parenti e degli amici bellonesi, fu quello del paracadutista della Divisione Folgore Vincenzo De Blasio che, in Africa, partecip? alla cruenta battaglia di El Alamein. Spesso ci incontravamo con Vincenzo e, con le lacrime agli occhi, raccontava quei tragici giorni durante i quali persero la vita centinaia di soldati italiani, primi fra tutti, quelli della Divisione Folgore che, per il loro coraggio, furono elogiati dagli alleati tedeschi e dal generale nemico Alexander, comandante delle truppe inglesi. Vincenzo De Blasio, catturato dagli inglesi, fu trasferito in un campo di concentramento ubicato a Bassora, in Irac, dove sub? ogni sorta di maltrattamenti che ne debellarono il fisico. Ritornato a Bellona, visse sempre nel ricordo di quei giorni, ed era sempre presente ad ogni raduno dei suoi ex commilitoni della gloriosa Divisione Folgore.