Maria Antonietta De Carolis: una romantica e sensibile poetessa
Era il 18 ottobre 1943 quando Maria Antonietta De Carolis perdeva la vita, a Bellona, nel cortile di un palazzo di via Nazario Sauro mentre infuriava la battaglia sul Volturno tra le truppe tedesche e quelle Alleate. Nata a Capua da una ricca famiglia, aveva vissuto la sua infanzia con sua madre e gli anziani parenti. Suo fratello Ugo, con il grado di generale, perse la vita in Russia, durante la II guerra mondiale, guidando i suoi soldati nella cruenta battaglia sul fiume Don. Per questo atto di eroismo il generale De Carolis fu decorato con la medaglia d?oro al valor militare. La giovane Maria Antonietta, sempre desiderosa di apprendere, trascorreva le sue giornate nella biblioteca dello zio, il Commendatore Orsini, direttore del Museo Campano. Le sue letture preferite, Foscolo, Leopardi, Carducci, Pascoli, D?Annunzio etc. la spinsero a comporre versi che scaturivano dal suo cuore sensibile e romantico, ispirati e dedicati alla sua citt? natale. Sposata con il generale Marciani, la giovane poetessa lasci? l?amata Capua ma, dopo alcuni anni, rimasta vedova del marito morto in guerra, fece ritorno nella cara citt? che le aveva dato i natali. Scampata per miracolo al bombardamento americano del 9 settembre 1943, che distrusse quasi tutta la citt?, lasci? di nuovo Capua e, in compagnia dei genitori, si trasfer? nella villa dello zio ubicata lungo la provinciale che conduce a Bellona. Qui la giovane poetessa compose meravigliose liriche che cantano le feste ricordevoli, il fiume Volturno, l?antico monastero di S. Placida, un nido abbandonato e tutto ci? che le ricordava la sua infanzia. A causa dei continui bombardamenti, lasci? anche villa Orsini per essere ospitata da amici bellonesi residenti in via Nazario Sauro al numero civico 190. A Bellona la poetessa si intratteneva nell?ampio cortile per leggere i suoi autori preferiti e, una mattina, mentre leggeva le Laudi di D?Annunzio, fu colpita al capo da una scheggia. La povera donna fu rinvenuta, dagli amici accorsi, in una pozza di sangue che le bagnava i lunghi capelli corvini. Finivano cos? i suoi sogni romantici e svaniva un suo lontano desiderio: ?provare la gioia di essere madre e conoscere il mite gesto di cullare un bambino?.