Il Commendatore senza Commenda

Lo chiamavano ?Commendatore? per celia e perch? sapevano che, di questo titolo (fasullo!), egli ne faceva un vanto. In paese aveva diffuso la notizia di aver ricevuto la nomina direttamente dall?Ufficio del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, che egli chiamava ?il mio amico Giovannino?. Alfonso Belleazzi non era altro che un vanitoso, un esibizionista, in cerca di gloria e titoli per potere occupare, secondo lui, un posto di rilievo nella classifica delle persone ?famose?. Non aveva mai lavorato, n? aveva conseguito un titolo di studio; tuttavia assumeva atteggiamenti da ?saputello?, da ?sparasentenze? che strappavano biasimo e risate. I suoi genitori erano stati sempre benevoli e comprensivi; sempre in attesa del tanto sbandierato ?posto di lavoro? promesso al loro figlio da un onorevole molto influente. Questo quanto egli affermava per tenerli buoni!. Il suo vestire era sempre ricercato: cappello di feltro, cappotto di lana kashmir, scarpe ricoperte con le ?ghette?, camicia bianca dal collo inamidato e cravatta alla moda. Nessuno riusciva a capire quale fosse la sua attivit?!. Dopo la fine della II Guerra Mondiale, chi volesse acquistare qualsiasi alimento era costretto a ricorrere alla ?borsa nera?, un traffico illegale con prezzi superiori a quelli del mercato. Per il ?commendatore? fu un mezzo redditizio che gli permise di accumulare una discreta somma, a scapito di tanta gente bisognosa che, per acquistare zucchero, caff?, farina, pasta, olio etc. era costretta a vendere gli oggetti pi? cari. Alfonso Belleazzi era insensibile: non si impietosiva con nessuno, n? scendeva a patti. ?Questi sono i prezzi, non posso fare sconto a nessuno!? erano le sue ultime parole ed i bisognosi ricorrevano ad un prestito in denaro presso parenti o amici fidati. ? Io vendo un po? di tutto? diceva soddisfatto ? A casa mia trovate l?introvabile, ma dovete pagare !?. Una volta la settimana si recava a Napoli, in compagnia di un suo amico, per acquistare ogni ben di Dio che sistemava in ampi scaffali. Non permetteva a nessuno entrare nella sua stanza. L?acquirente consegnava la lista dei prodotti e il commendatore si recava nel deposito per il prelievo. In et? ormai avanzata, si un? in matrimonio con una impiegata di una banca casertana ed i suoi atteggiamenti da vanitoso peggiorarono. Spesso ritornava a Bellona, suo paese nativo, per una visita a sua sorella nubile. Nelle prime ore della sera, usciva per una passeggiata ma rientrava deluso: ? Che strani questi miei compaesani, non mi salutano pi?. Fingono di non conoscermi! ? diceva a sua sorella che lo ascoltava dondolando la testa come per dire: ?Tu sai perch?! ?. Forse non ricordava di essere stano un emerito strozzino!

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