L?indimenticabile ?Z? Mastro?

Fra i cittadini che tuttora vivono nei ricordi di tanti vitulatini, merita una citazione Carlo Cioppa, da tutti meglio conosciuto con il simpatico nomignolo : ?Z? Mastro?. Un caratteristico personaggio che della satira, o dei doppi sensi, aveva fatto un suo stile di vita. Carlo era un esperto lavoratore del cuoio che egli trasformava in finimenti per bardare i cavalli o per attaccare al veicolo l?animale da tiro. Non era mai convolato a nozze e serbava nel cuore due amori: quello per sua madre e quello per una bella bruna sua dirimpettaia. Una bruna e formosa vitulatina a cui Carlo, spesso, faceva la serenata cantando una fra le pi? belle canzoni di E. A. Mario: ?Canzone appassiunata, che cos? inizia: N?albero piccirillo aggio piantato, criscennelo cu pene e cu dulore. Te voglio bene, te voglio bene e tu me fai mur?!?. Alla passione per la bella vitulatina, Carlo aggiungeva anche quella per il canto ma, pi? di tutto, per la ?macchietta napoletana? di cui divenne un abile interprete. Era un comico nato, affermano ancora oggi i suoi concittadini e, se fosse vissuto altrove, di certo avrebbe ottenuto un meritato successo. Per conoscere le ultime macchiette Carlo frequentava, con un gruppo di amici, il teatro Ricciardi di Capua dove, nei fine settimana, si esibivano le pi? note compagnie napoletane di variet? come: I fratelli Maghizzano, l?inseparabile duo Cafiero-Fumo, i fratelli Dante e Beniamino Maggio e Trottolino emulo del grande Tot?. Alcuni giorni dopo Carlo si recava a Napoli per acquistare, nel negozio Ricordi, gli spartiti delle macchiette che avrebbe ?provato?, a Vitulazio, con un gruppo musicale di cui faceva parte. Ai matrimoni che si festeggiavano in tutto il circondario, non mancava mai Carlo Cioppa ed il complesso con il quale si esibiva. Il suo nome richiamava molti curiosi che si accalcavano nei cortili o nei saloni privati dove si svolgeva la festa. Con le sue macchiette lo ?Z? Mastro? aiut? tutti a dimenticare gli orrori della II Guerra Mondiale. Si rideva di gioia osservando la sua mimica e le smorfie che ne facevano un novello Tot?. Il peso degli anni e gli acciacchi dell?et?, costrinsero il buon Carlo a ?ritirarsi dalle scene?. Tuttavia molti suoi amici, quando lo incontravano, lo spronavano a raccontare qualche sua ?disavventura comica? e le risate scoppiavano come fuochi d?artificio. Improvvisamente, in un pomeriggio d?autunno, Carlo Cioppa diede l?addio a questa vita lasciando un vuoto incolmabile che si avverte tuttora.

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