Disapprovazione e rabbia per la tragedia di Catania
Molti sportivi bellonesi continuano a discutere sulla notte folle di Catania. Fra i tanti abbiamo incontrato uno sportivo, Cenzino Natale, legato da uno smisurato affetto per la sua squadra del Napoli che in passato ha avuto, tra i suoi campioni, il grande Diego Maradona. Cenzino così ha espresso il suo rammarico per i vergognosi incidenti di Catania: “Da molti anni sono tifoso del Napoli, la mia squadra del cuore, e ogni qualvolta che mi sono recato allo stadio non ho mai lasciato casa mia con propositi aggressivi contro i tifosi avversari. Se la mia squadra perde, riconosco il valore degli avversari. Un gruppo di scalmanati non può mettere a rischio la vita di pacifici cittadini che desiderano trascorrere una giornata nella serenità e nell’entusiasmo di un incontro di calcio. La vita della gente va rispettata e non riesco a capire, continua Cenzino, perché bisogna inveire contro i tifosi avversari e, per di più, contro le forze dell’ordine. A Catania un giovane commissario di Polizia ha perduto la vita, a causa di un gruppo di delinquenti, lasciando nella disperazione più profonda i familiari e i suoi bambini. Coloro che vanno allo stadio con spranghe e coltelli non possono trovare alcuna giustificazione; sono dei potenziali assassini che meritano essere arrestati e lasciati marcire nella galera. Noi genitori abbiamo il dovere di insegnare ai nostri figli il rispetto per l’avversario sportivo e dire loro che un incontro di calcio è soltanto un gioco e nulla più. Non bisogna seminare odio, né andare allo stadio come se andassimo alla guerra. Spesso le società sportive istigano i loro tifosi alla violenza e, a queste, si aggiungono alcuni giornali e le trasmissioni radio e televisive che caricano i tifosi fino a farli scoppiare di rabbia durante la partita. Inoltre, continua Cenzino, il Governo dovrebbe agire approvando leggi severe ed efficaci, come è avvenuto in Inghilterra dove gli Hulligans sono stati messi a tacere. A Catania erano gruppi di teppisti che lanciavano pietre, che utilizzavano spranghe di ferro e bastoni aggredendo i civili ed i poliziotti impossibilitati a riportare l’ordine. Altro problema da risolvere, conclude Cenzino, sono gli stadi privi di sicurezza per tutelare la vita degli sportivi. Voglio sperare che gli incidenti di Catania siano gli ultimi e che non si ripeta questa vergogna, poiché il mondo ci guarda.”